Sangue prima del coprifuoco nel Napoletano: 19enne ucciso davanti all'amico. Un giovane di 19 anni muore dopo essere stato accoltellato nella tarda serata di ieri al corso Umberto I, in pieno centro a Casalnuovo, in provincia di Napoli.

Sangue prima del coprifuoco - I fatti

Il giovane, secondo la ricostruzione dei Carabinieri, si trovava con un amico di 18 anni: i due sono stati avvicinati da tre persone che li avrebbero aggrediti e accoltellati. L'amico che era con lui, un diciottenne, riportato ferite non gravi, mentre il 19enne ricoperto da una pozza di sangue e' poi morto in ospedale al Cardarelli a Napoli. La vicenda è ancora al vaglio dei carabinieri e ancora non è chiaro cosa sia accaduto e perchè i due giovani siano stati aggrediti e accoltellati. Da un primo riscontro entrambi i ragazzi risultano incensurati. Si cercano gli aggressori.

 Giovane mamma muore dopo il parto in Campania

Morta dopo parto: anestesista in servizio malgrado radiato. Decesso a Napoli, quasi 9 mesi fa. Legali, clinica responsabile Radiato dall’ albo nel 2015 e quindi non poteva e doveva essere in servizio. Invece, quella tragica notte tra il 19 e 20 febbraio scorsi, il medico rianimatore era al lavoro.

A rendere nota la circostanza

Sono gli avvocati Amedeo Di Pietro e Alessandro Milo, legali del fratello di Rosa Andolfi. Così si chiamava la giovane mamma affetta da una lieve forma della sindrome di Tourette (tic motori e fonatori incostanti) morta a 29 anni. Aveva appena dato alla luce un maschietto nell’ospedale evangelico Villa Betania di Napoli. Gli avvocati hanno acquisto, nell’ambito di indagini difensive portate avanti in questi mesi, l’attestato della FNOMCEO Federazione dei medici Italiani. Si attesta che l’anestesista e’ cancellato dall’Albo dei medici dal 2015 e quindi non poteva esercitare. Una circostanza che potrebbe dare un’altra lettura alla vicenda. E che si affianca alle risultanze dell’esame autoptico eseguito sulla salma di Rosa, gia’ madre di un bambino partorito con un taglio cesareo eseguito quattro anni prima senza problemi dopo di una anestesia totale.  

Gli avvocati

Gli Avvocati Milo e Di Pietro continuano ribadendo che: “E’ inutile dire che questa gravissima negligenza comporta dei gravissimi profili di responsabilita’ anche della struttura Villa Betania di Ponticelli, per ‘culpa in vigilando ed in eligendo’ dei propri dipendenti, secondo un principio di responsabilita’ oggettiva, infatti ogni struttura sanitaria ha l’obbligo, morale e giuridico, di controllare che gli esercenti la professione sanitario abbiano tutti i requisiti in regola per svolgere la professione”. All’autopsia hanno assistito anche i consulenti nominati dall’avvocato Di Pietro: i professori Pietro Tarsitano e Domenico Caruso e il dottore Maurizio Municino. Il primario, nella cartella clinica, sostiene che Rosa Andolfi doveva essere sottoposta a una anestesia totale, quindi e’ inspiegabile, che si praticò l’anestesia locale. “L’anestesista, a nostro parere, – continuano i legali – si e’ reso colpevole di esercizio abusivo della professione. Perche’ a fronte di una cancellazione dall’albo non e’ consentito esercitare la professione medica”. (ANSA) Leggi anche: Lockdown Campania. Il sindaco di Napoli “spalleggia” De Luca: "Si a misure più rigide” Metti like alla pagina 41esimoparallelo e iscriviti al gruppo 41esimoparallelo
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