Ospedali e terapie intensive. "La situazione in questo momento è sicuramente difficile, i ricoveri stanno aumentando, ma ancora abbiamo disponibilità sulle terapie intensive e sulle degenze, cioè la alta e bassa intensità di cure". Queste le ultime dichiarazioni di Giuseppe Galano, direttore dell'UOC - Centrale operativa territoriale 118 di Napoli - e coordinatore della rete regionale. Esso on intende scatenare il panico ma invita alla calma, alla luce di questo momento complesso. "C'è invece un problema sulle medie intensità, le terapie subintensive" - Continua così il dirigente campano. "Le terapie subintensive - spiega - sono state esaurite più o meno velocemente, anche perché, a differenza della prima e della seconda ondata, oggi il paziente non si aggrava più repentinamente, ma va per gradi". "Il secondo gradino è quello della subintensiva e lì siamo un po' in difficoltà". Interpellato sulla situazione nella città di Napoli, Galano spiega che nel capoluogo "c'è una grande concentrazione di ospedali e, per adesso, non c'è una criticità assoluta. Qualche problema in più c'è in provincia, specialmente nel territorio della Asl Napoli 3 Sud che ha un'estensione molto vasta. L'area di cui si occupa infatti va dal quartiere napoletano di Ponticelli a Sorrento. "Quindi un po' di difficoltà la sentiamo" Conclude Galano.

Terapie intensive che si riempiono. A Napoli non si nascondono le preoccupazioni

Sono di pochi giorni fa le dichiarazioni dell'assessore alla salute del comune di Napoli, Lucia Francesca Menna. “Mi riferiscono dagli ospedali che iniziano ad avere delle difficoltà a ricoverare tutti, perché il numero è in aumento, e quindi stanno ricominciando a fare rete con gli altri ospedali della regione". “Purtroppo la zona rossa andava fatta”. La zona rossa è una misura giusta secondo Menna, ma essa “dovrebbe andare di pari passo con l’incremento delle vaccinazioni” “questa è una buona strategia per dare una botta alla diffusione del virus.” “Purtroppo le vaccinazioni, tra problematiche all’interno delle dinamiche commerciali che determinano delle riduzioni nella fornitura e la complessità di vaccinare la popolazione, dovrebbero andare in maniera più spedita.” prosegue Ci sono poi, oltre alle fasce d’età, delle categorie molto esposte che diventano aspetti critici della diffusione del virus, come le forze dell’ordine, chi lavora in campo sociale, gli assistenti sociali, le persone che vanno nelle unità di strada”, conclude. Leggi anche: “Draghi fai la fine di Falcone”, minacce al premier: non toccare il reddito Metti like alla pagina 41esimoparallelo e iscriviti al gruppo 41esimoparallelo Seguici sul nostro canale Youtube 41esimoparallelo
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