"Un episodio surreale alle soglie del 2021, un cameriere che chiede 'Scusa Benito'" per avere dei clienti dalla pelle nera. In una pizzeria di Rimini qualche giorno fa si è verificato un episodio molto sgradevole che nel 2020 non ha più scusanti. Una famiglia di origine africana di Imola, denuncia su Facebook cosa è accaduto domenica scorsa in una pizzeria di Rimini.

Scatta la denuncia ai Carabinieri di Imola

La famiglia ha denunciato prima sui social l'accaduto e poi ai Carabinieri di Imola. La donna che ha presentato l'esposto spiega che si trovavano in quella pizzeria sulla riviera romagnola per festeggiare un compleanno. Dopo aver ordinato una pizza, il cameriere si è girato verso un quadro di un mezzo busto di Benito Mussolini alla parete. Ha fatto il saluto romano chiedendo "scusa Benito". Incredula la famiglia e chi era presente è nata una discussione finita su internet. in seguito alla denuncia ai Carabinieri di Imola, le indagini procederanno per competenza territoriale i colleghi di Rimini. Fonte ANSA

“Non affitto a stranieri”. Infermiera napoletana cacciata via perché di origine marocchina

Infermiera napoletana cacciata via dalla casa perchè di origine marocchina. E’ l’ennesima storia di razzismo che arriva dal Nord, nei confronti di una ragazza campana di origine marocchina. La sua colpa? Due connotazioni negative, due aggravanti: napoletana e come se non bastasse di origine marocchina. “Non mi hai detto che non siete italiani, non posso affittarti la stanza”. Sembra una storia d’altri tempi e invece è la frase che si è sentita dire qualche giorno fa Fatiha Sakhri, un’infermiera campana di origini magrebine in cerca di un alloggio a Imola. A raccontare l’incredibile episodio E’ la stessa infermiera napoletana che in un post sul suo account personale di Facebook si è lasciata andare ad un lungo sfogo accompagnato dagli hashtag #NOalladiscriminazione #NOalrazzismo #NOalpregiudizio. Fatiha ha parlato della decisione di un ‘affittacamere’ del bolognese di non metterle a disposizione la stanza di un appartamento, prenotata senza problemi telefonicamente. La decisione della proprietaria sarebbe avvenuta dopo avere scoperto le origini non italiane della ragazza. Come racconta la stessa ragazza, lei e la sua famiglia erano in cerca di una sistemazione a Imola così da poter visitare il fratello, ricoverato per la riabilitazione all’Istituto Montecatone dopo un incidente avvenuto prima del lockdown.

A causa dell’emergenza coronavirus

Infatti, l’infermiera napoletana e i suoi genitori non hanno potuto stare accanto al fratello per le misure restrittive che impedivano la visita in ospedale dei parenti. Così chiama l’appartamento ‘incriminato’ e prenota una stanza trovata tra gli appartamenti consigliati dalla struttura per i familiari che vengono a visitare i loro cari ricoverati. Fatiha descrive la conversazione telefonica con la proprietaria dell’appartamento come una prenotazione lineare e senza problemi. La titolare, infatti, sapendo che la ragazza e la sua famiglia provenivano da Napoli aveva dato la sua piena disponibilità visto la richiesta dell’infermiera di soggiornare per un lungo periodo. Una volta arrivati lì, però, le cose cambiano. Fatiha, i genitori e il suo fratellino vengono colti di sorpresa dalla reazione inaspettata dei titolari della struttura. “Una signora insieme al marito ci guardano insospettiti – racconta l’infermiera-. sono i proprietari. Parlano a bassa voce, si guardano… silenzio, mi avvicino, mi presento: salve sono Sakhri , ci siamo sentiti per la camera”. Ma la replica della proprietaria la gela: “ah.. si. ma non siete di Napoli allora …”.

La ragazza, colta di sorpresa le chiede cosa intendesse dire, ma la risposta la lascia di stucco:

“Lei non mi ha detto al telefono che non siete italiani, mi ha detto che venite da Napoli”, negando così l’affitto dell’appartamento. Giustificato, secondo la proprietaria, anche dal fatto che la famiglia Sakhri sarebbe troppo numerosa: “Non vi affitto la stanza non solo perché siete stranieri, anche perché c’è il bambino”. Bastano queste parole per far cadere l’infermiera campana in un turbine di rabbia e delusione: “Io ancora non ci posso credere che mi sia successa una cosa del genere. È assurdo, triste, incredibile davvero. Sono molto dispiaciuta… Queste cose non possono succedere. Non devono succedere”.

Alla fine del post, però, arriva il lieto fine

Fatiha e la sua famiglia hanno trovato sistemazione presso un altro ‘affittacamere’, sempre ad Imola: “Un abbraccio affettuoso invece al fratello siciliano, che a sua volta offre affitto e che ho chiamato subito dopo la discussione e senza raccontargli assolutamente niente, ci ha dato massima disponibilità, affitto immediato con mole elevata di gentilezza e generosità. Grazie a te che dopo questo grave accaduto, a tua insaputa ci hai cambiato il decorso della giornata e hai lasciato sicuramente una bellissima impronta nei nostri cuori, in un momento di assoluto bisogno, senza secondi fini. Grazie”, conclude la giovane donna. La storia però non si è conclusa qui.

L’infermiera campana

Ha fatto sapere che intende denunciare l’episodio di razzismo di cui lei e la sua famiglia sono stati protagonisti alle forze dell’ordine. Inoltre, il mondo della rete e della politica si è mobilitato in segno di solidarietà nei confronti della ragazza aiutando a condividere il più possibile il messaggio contro la discriminazione e il razzismo.(Riformista) Leggi anche: De Luca: “Il rigore durante il Covid ha spazzato via il razzismo contro Napoli” Metti like alla pagina 41esimoparallelo e iscriviti al gruppo 41esimoparallelo
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