Chi va a visitare i «congiunti» non dovrà indicare le loro generalità.

Ecco perché il governo avrebbe deciso di non far stampare un nuovo modulo di autocertificazione. È una delle scelte fatte da chi sta mettendo a punto eventuali correzioni o chiarimenti relativi al Dpcm che entrerà in vigore lunedì 4 maggio e di fatto aprirà la «fase 2» dell' emergenza da coronavirus. Sarà una circolare del Viminale a chiarire i dubbi legati agli spostamenti consentiti e alle modalità di compilazione dell' autocertificazione. La direttiva dovrebbe arrivare entro il primo maggio. Una Faq (risposta a domande frequenti) dovrebbe essere invece pubblicata sul sito del governo per ribadire che rimane vietato trasferirsi nelle seconde case, anche se si trovano nella regione di residenza.

Il modulo

Attualmente valido che si deve consegnare al momento del controllo, elenca tra i motivi che giustificano l' uscita da casa la «situazione di necessità» e soprattutto prevede già che si possa uscire per «urgente assistenza a congiunti». Nella circolare ai prefetti sarà chiarito che per motivi di privacy i cittadini non devono scrivere le generalità del «congiunto» e le forze dell' ordine non potranno chiederlo. E dunque non appare necessario stampare una nuova certificazione. Se questa scelta sarà confermata, al momento del controllo basterà barrare la voce assistenza ai congiunti, anche se non ci sono motivi di urgenza. È stato ribadito che nel momento in cui si esce per fare una passeggiata o si va a fare sport all' aperto non c' è bisogno di avere l' autocertificazione. Questo può avvenire nel comune di residenza, quindi chi abita al mare può fare il bagno e chi sta in montagna può andare nei boschi. Per raggiungerli bisogna però andare a piedi oppure si può usare la bicicletta perche si tratta di attività motoria. La condizione è che si stia da soli, massimo in due, ma in questo caso bisogna mantenere la distanza di almeno due metri.

E comunque che non ci si fermi sulla battigia a prendere il sole.

Il nuovo decreto prevede che ci si possa spostare all' interno della regione per quattro motivi: «Comprovate esigenze lavorative; situazione di necessità; motivi di salute; visite ai congiunti». Per spostarsi fuori regione è necessario uno dei primi tre motivi. Il governo dovrà chiarire nelle prossime ore chi sono i «congiunti» ai quali si può andare a fare visita. Secondo la legge si tratta infatti di genitori, figli, nonni, nipoti e cugini. Le proteste per questa scelta avrebbero però convinto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ad ampliare la rosa delle persone che si possono incontrare ai fidanzati e agli «affetti stabili». Posizione che ha generato proteste ancor più forti e ironie sul web. Dunque adesso si sta decidendo prima di tutto se basti un chiarimento con una Faq o se invece sia necessaria una vera e propria correzione al testo prima che sia pubblicato in Gazzetta Ufficiale per indicare esattamente la lista dei parenti. Quanto viene certificato sul modulo di autocertificazione dai cittadini può essere infatti oggetto della sanzione e anche di una denuncia per falso, dunque è indispensabile venga chiarito esattamente che cosa si intende per «congiunti».

Già decisa è invece la questione relativa alle seconde case.

Nel decreto tuttora in vigore è infatti contenuto un divieto esplicito a recarsi nelle seconde case. Nel Dpcm valido dal 4 maggio il divieto è stato eliminato e questo ha generato l' equivoco sul fatto che tra gli spostamenti consentiti all' interno della regione ci fosse anche quello per trasferirsi nelle seconde case. Palazzo Chigi ha invece ribadito che non è così perché i motivi giustificati sono soltanto quattro e anche nelle ordinanze regionali che consentono di andare nelle seconde case è specificato che sono permessi soltanto interventi di manutenzione ma poi bisogna rientrare nel proprio domicilio.(Dagospia) Leggi anche: Commercio, bar, ristornati, parrucchieri: come cambiano i bonus Seguici su Facebook: 41esimoparallelo
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