La foto dei nove neo infermieri freschi di laurea ritratti in piedi a un metro di distanza l’uno dall’altro che ricevono il riconoscimento ufficiale del compimento del corso di studi a porte chiuse, sembra l’immagine di soldati disposti in ordine che attendono i comandi per andare a combattere. Senza abusare del termine “guerra” spero sarà consentito utilizzare quello di “emergenza” che è esattamente quella che dovranno affrontare questi giovani laureati. Non avranno tempo di festeggiare la laurea, si ritroveranno catapultati sul campo, a sopportare turni no stop per sconfiggere insieme a colleghi più esperti il nemico “Coronavirus". La richiesta di anticipare le sessioni di laurea delle professioni sanitarie in Italia è arrivata dal ministero dell’Istruzione allo scopo di avere a disposizione nuove figure da inserire a supporto di medici e infermieri. Molti di questi giovani infermieri neo laureati potrebbero essere chiamati nelle zone con il più alto tasso di contagiati da Coronavirus come quelli del Lodigiano, della Bergamasca o del Bresciano dove gli ospedali sono più in difficoltà. “È stato tutto molto repentino, era tutto programmato per aprile ma invece è stato anticipato a marzo – racconta a Fanpage.it una infermiera neolaureata – entrare da inesperti è una sfida personale, ma la preparazione che ci hanno dato serve a essere pronti anche per queste emergenze”. Il giornalista le chiede se sarà disposta a lavorare anche nella “zona rossa”. La giovane infermiera fresca di laurea risponde: “Siamo pronti, è il nostro lavoro ed è quello per cui abbiamo studiato, certo è strano essere catapultati così immediatamente nel mondo del lavoro e in una situazione di emergenza, ma è questa la nostra sfida”. Fonte: Tpi Leggi anche Coronavirus a Messina, il sindaco chiude tutte le attività fino al 3 aprile: «Abbiamo solo 10 posti in terapia intensiva». Seguici su Facebook 41esimoparallelo

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