Succede a Grugliasco, in provincia di Torino. Particolare la protesta da parte del preside della scuola La Salle contro la decisione di sospendere le lezioni e tornare alla didattica a distanza. Dopo l'ennesima chiusura il preside ha deciso di "occupare" simbolicamente l'istituto per attirare la giusta attenzione sul tema scuola. «Dall’inizio della pandemia, su 218 alunni e 28 adulti, tra docenti e personale scolastico non c’è stato nemmeno un contagiato. Abbiamo rispettato tutte le norme di prevenzione. Le scuole sono luoghi sicuri, assurdo chiuderle». A pensarla in questo modo, Stefano Capello, direttore dello storico istituto La Salle. Istituto che comprende scuola elementare e media, ha passato la notte tra domenica e lunedì nella segreteria della scuola, dormendo all'interno dell'edificio. Un’occupazione simbolica, come quella che negli anni della contestazione veniva inscenata dagli studenti. Una contestazione simbolica, pacifica e importante che proviene ancora dal mondo scuola. Non un gesto di protesta contro regioni o governo, né tanto meno appoggio ai negazionisti del covid. «Solo un gesto di solidarietà con le famiglie e i ragazzi che saranno nuovamente costretti alla didattica a distanza».

L'occupazione del preside: "Un gesto di Solidarietà"

Una decisione presa d’impatto non appena ha scoperto che da ieri tutte le nove classi sarebbero tornate a svuotarsi. Il messaggio è stato diffuso sui canali interni della scuola ma ha poi superato i confini dell’istituto, dandogli un risalto inaspettato. «Eccoci nuovamente costretti a dover rinunciare ad andare a scuola, che è l’unico luogo dove si può fare scuola», si rivolge Stefano Capello in apertura della sua comunicazione video. «C’è una questione sanitaria che è prioritaria ma anche una questione sociale ed educativa che non può essere dimenticata; la mancanza di scuola in presenza e la mancanza di socialità stanno creando danni nei ragazzi ed è un’emergenza che paragonerei alla variante inglese».

La scuola segue le regole. La didattica a distanza alla lunga è un problema enorme

Dall'Istituto ci tengono a sottolineare che la scuola ha applicato alla lettera tutti i protocolli di sicurezza. E tutto ha sempre funzionato per bene. Ad iniziare dall’atteggiamento dei ragazzi che si sono adattati perfettamente alla situazione, senza creare alcun problema. Molti genitori hanno espresso solidarietà al preside, lodando tale iniziativa. Disponibilità apprezzata dal preside che ha però preferito evitare assembramenti proseguendo così nella sua protesta individuale. «Il problema poi è che non siamo per nulla sicuri che la chiusura sarà di due settimane o sarà poi prolungata. Difficile quindi programmare la didattica quando si è di fronte ad una continua incertezza». Conclude così il preside L’appoggio più significativo in questo senso gli è arrivato dalla madre di uno degli alunni che la scorsa primavera ha perso il marito, ucciso proprio dal Covid. «Il virus mi ha portato via il compagno di una vita - ha scritto al direttore - ma non voglio che porti via a mio figlio l’entusiasmo di crescere e di apprendere che solo a scuola può continuare a coltivare». (Luna nuova) Leggi anche: Vaccini, ora si corre, Ascierto: “Una sola dose per chi ha già avuto il covid” Metti like alla pagina 41esimoparallelo e iscriviti al gruppo 41esimoparallelo Seguici sul nostro canale Youtube 41esimoparallelo
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