Ardea, Aggiornamenti. Una strage inconsueta e orrenda, avvenuta per mano di un uomo armato che ha ucciso le prime persone che gli sono capitate a tiro durante la sua traversata. Emergono nuovi dettagli della strage avvenuta ieri a Colle Romito, vicino a Roma, nel comune di Ardea quando Andrea Pignani, ha ucciso a sangue freddo i fratelli David e Daniel Fusinato e un anziano, Salvatore Ranieri togliendosi poi la vita. Pignani, secondo quanto ricostruito, è uscito di casa ieri mattina intorno alle 11 con felpa, zainetto e guanti e avrebbe percorso con la pistola in pugno alcune strade del comprensorio di Colle Romito. Poi ha puntato la pistola contro le prime persone che ha incontrato. Prima i due bambini. Poi è passato in bicicletta Salvatore Ranieri a cui ha sparato due colpi, con uno andato a segno. A quel punto è tornato a casa dove, sembrerebbe dopo aver fatto uscire la madre, si è barricato all'interno e si è nascosto da tutti. Dopo le tre ore di assedio del nucleo speciale dei carabinieri, Pignani si è ucciso. Dalle indagini dei carabinieri non risulterebbero altre persone scampate agli spari né liti o dissidi con le famiglie delle vittime. Una strage come quelle che - spesso - si sentono raccontate dagli Stati Uniti. Quando si legge di una persona che spara all'impazzata in strada subito la mente va subito oltre oceano. Questa volta però la storia arriva dall'Italia, in provincia di Roma.

Le indagini sulla pistola

Sul caso restano però ancora dei nodi da sciogliere. Sul perché Andrea Pignani fosse in possesso di una Beretta, appartenuta al padre morto mesi fa e mai riconsegnata, i familiari hanno spiegato quanto segue. "Non la trovavamo". I carabinieri hanno confermato che i familiari non avevano mai comunicato alle forze dell'ordine il decesso del padre di Pignani, una guardia giurata, né tanto meno aggiornato su dove fosse la pistola.

I nodi ancora da chiarire sulla strage di Ardea

Non solo. I punti oscuri, secondo l'avvocato Diamante Ceci che segue la famiglia Fusinato, sono anche altri come il passato di Pignani e i soccorsi. "Ci auguriamo che la Procura di Velletri faccia chiarezza su tutto - ha dichiarato -, anche per quanto riguarda i soccorsi che secondo alcuni testimoni sarebbero arrivati dopo 40 minuti dalla sparatoria". E proprio gli inquirenti della Procura, secondo quanto si è appreso, hanno avviato un'inchiesta delegando i carabinieri a svolgere accertamenti. I militari, già nella giornata di ieri, hanno cominciato ad ascoltare testimoni, mentre domani sarà affidato l'incarico per le autopsie sulle vittime. Gli esami medico legali saranno effettuati al Policlinico di Tor Vergata. I più stretti congiunti di Andrea PigNani, come la madre a la sorella dell'assassino, saranno chiamati presto a spiegare e raccontare il passato del 35enne. E perché quella pistola era rimasta in casa, come se la licenza di porto d'armi avesse natura ereditaria e fosse trasmissibile da padre in figlio. "Si chiarisca anche il ruolo della madre e della sorella di Pignani - ha chiesto l'avvocato della famiglia dei fratellini Fusinato -, perché l'uomo aveva la pistola del padre morto a novembre? Perché dopo avere minacciato la madre con un coltello, nel maggio scorso, è stato sottoposto ad un Tso e rilasciato dopo appena un giorno, mentre sembra che fosse stato disposto per quindici giorni". Si cerca un movente, ma non ci sarebbero stati contrasti tra Pignani e il padre dei bambini, quest'ultimo comparso nel 2018 in un'operazione dei carabinieri a Ostia. Difficile pensare a una vendetta spietata. Le indagini comunque proseguono per accertare l'esatta dinamica, ma il vero movente di un massacro a sangue freddo come questo sarà difficile da trovare, visto che l'autore si è poi suicidato. Leggi anche Impatto violento in strada, Pasquale e Chiara sono i due fidanzati morti nell'incidente: "Salite al cielo prendendovi la mano" Metti like alla pagina 41esimoparallelo e iscriviti al gruppo 41esimoparallelo Seguici sul nostro canale Youtube 41esimoparallelo
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