Due medici del Cardarelli, uno di Urologia e l’altro del Trauma center,

Sono risultati nuovamente positivi al Covid 19 pur essendo guariti da una prima infezione avvenuta a marzo e poi guarita. La scoperta nel corso dello screening con tamponi a tappeto eseguiti su tutte le 3300 unità di personale dell’azienda collinare. I due sanitari dunque, tornati al lavoro da settimane, con tanto di certificato di doppio tampone negativo, sono ora di nuovo quarantena.

I rispettivi reparti sono stati chiusi e sanificati

Un frangente che conferma il mistero della fisiopatologia del Coronavirus che nel 2 o 3 per cento dei casi (come confermato anche dal Cotugno) fa registrare ripositivizzazioni che non si sa se attribuire allo stesso virus mai definitivamente debellato o a una nuova infezione. In questo caso entrambi i camici bianchi sono del tutto asintomatici. Nessuno dei pazienti dei rispettivi reparti è risultato infetto. «In questi casi congeliamo i nuovi accessi e isoliamo e trasferiamo i ricoverati - avverte il manager Giuseppe Longo - oltre che tamponare tutti e sanificare le corsie per riaprire in sicurezza».

Tamponi Effettuati

Dalle migliaia di tamponi di screening effettuati al Cardarelli sui dipendenti sono in totale 8 gli addetti risultati positivi. Se si contano anche i tamponi fatti precedentemente, dall’inizio dell’epidemia, si arriva a un totale di circa una quarantina di camici bianchi contagiati da Covid-19. Al Cardarelli, intanto, sono stati completati i lavori di ristrutturazione del paglione H dell’Ortopedia (che era diventato un Covid center) e da oggi la palazzina torna alla sua attività originaria con 56 posti di degenza in Ortopedia e le sale operatorie. Nel padiglione A da oggi riprenderanno la week surgery e le tre chirurgie associate tra loro. Al via anche i tamponi rapidi al pronto soccorso con la possibilità di ottenere un responso entro un’ora e mezza.

Attività privata delle mura dell'Ospedale

Sul versante dell’intramoenia, ossia dell’attività privata tra le mura dell’ospedale, a fronte dell’indisponibilità della palazzina M, che continuerà a fungere da supporto per le emergenze in soggetti portatori del virus, sono riprese sia le attività ambulatoriali (con le misure di garanzia previste, dal triage al lavaggio delle mani alla programmazione delle prenotazioni), sia l’attività chirurgica. L’attività libero professionale è stata riattivata in tutte le unità operative e sono iniziate - a detta del manager - anche le attività di ricovero.  

Non ancora risolto invece il nodo degli assembramenti dei familiari dei ricoverati al padiglione emergenze.

  Persone che affollano le aree esterne dell’ospedale e lo scalone antistante il pronto soccorso. Le nuove disposizioni di sicurezza prevedono il distanziamento e lo stop agli accessi all’interno. Dalle 14 il medico dell’Obi e dei reparti scende a dare notizie ai parenti degli ammalati. I direttori delle Unità operative sono autorizzati a rilasciare i numeri di telefono di un medico del reparto che può informare direttamente sull’andamento delle cure a orari prestabiliti.8Ilmattino) Leggi anche: La tragedia degli operai di Napoli, identificata la seconda vittima: aveva 41 anni. Seguici su Facebook: https://www.facebook.com/41esimoparallelo.it/
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