Ancora sangue in Burkina Faso, dopo l’attacco jihadista di fine gennaio in un mercato nel nord del Paese: stavolta a essere sede di un attentato è stata una chiesa protestante nel villaggio di Pansi, nella provincia di Yagha, che si trova sempre nella parte settentrionale dello Stato africano. L’attacco – che si sospetta sia di matrice terroristica – è avvenuto domenica 16 febbraio 2020. Al momento, il bilancio ancora parziale parla di almeno 24 morti e 18 feriti. Tra le vittime ci sarebbe anche il pastore che stava recitando la messa.

A dare la notizia il governatore della regione, il colonnello Salfo Kaborè. Secondo quanto ricostruito, la chiesa è stata presa d’assalto da alcuni uomini armati quando era piena di fedeli. Gli attentatori hanno fatto irruzione nella parrocchia e hanno sparato sulla folla, prendendo anche diverse persone come ostaggi. Si tratta dell’ultimo di una lunga serie di attacchi che sta mettendo il Burkina Faso (e soprattutto il nord del Paese) in ginocchio da tempo. Nell’ultimo mese, altri due attentati di matrice terroristica hanno provocato circa 60 morti e centinaia di feriti. L’esercito, che non ha la forza di difendere la popolazione, ha iniziato persino a reclutare volontari tra i cittadini, che vengono così addestrati rapidamente (in circa due settimane) per poi essere dotati di armi e mandati a difendere i villaggi più a rischio, sul confine con il Mali e il Niger.
Si stima che dal 2015 a oggi sono circa 600mila i cittadini che sono stati costretti a lasciare le proprie case a causa della guerriglia continua. Solo una settimana fa, inoltre, sette persone sono state sequestrate nella casa di un pastore ancora nella provincia di Yagha: qualche giorno dopo, cinque di esse sono state ritrovate senza vita.
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