Chico Forti torna in Italia. Ce l’ha fatta, zio Gianni ce l’ha fatta: Chico Forti torna a casa. 21 anni di lotte, di piccole cadute, ma mai cedimenti. Salite interminabili, tortuose, scomode e pericolose, proprio come le sue montagne lì a Trento. Ma quando si arriva alla cima, non puoi far altro che ammirare quell’immensa distesa dinnanzi a te. Dopo 21 anni Chico torna in Italia, alla sua Italia. Quella terra che gli ha dato la vita, che a tratti l’ha un po' dimenticato, ma che alla fine non l’ha tradito e l’ha riportato a casa.

E’ un fiume in piena zio Gianni, più di quanto non lo sia mai stato. Le sue parole corrono veloci, ma la sua commozione e le sue lacrime ancor di più.

“E’ un’emozione che non si può spiegare se non la provi forse sulla proprio pelle”. Dichiara sorridente e ci tiene a sottolineare che questo però è “l’inizio della fine”. Chico lo riportano in Italia grazie alla Convenzione di Strasburgo, grazie al governatore della Florida che ha firmato l’istanza, grazie a Luigi Di Maio che ha mantenuto la sua promessa. Il suo lavoro silente riporta a casa Chico, lo riporta tra le braccia della mamma, della roccia Maria che lo attende da anni e da quello zio, quello che tutti vorremmo avere, che più che uno zio è un amico, perché come lui stesso dichiara: “Per voler bene a qualcuno, per amarlo, innanzitutto bisogna essergli amico. Non c’è legame più forte di una vera amicizia, anche alla base di un solido e felice matrimonio c’è una sana amicizia, e Chico è da sempre prima che mio nipote, il mio migliore amico”. E’ tardi quando riesco finalmente a parlare con zio Gianni, il confine tra il proprio lavoro e ciò che da sempre, la nostra testata ha professato per questa causa, è oramai andato da tempo. Non si può rimanere indifferenti a certe dinamiche e situazioni. Era giusto che vivessero quel momento senza l’assillo delle telefonate e di tutti gli sciacalli-colleghi che ora cercavano un posto in prima fila. Quel posto noi non l’abbiamo voluto, né cercato… per scelta, una scelta editoriale, dettata da chi da sempre lavora dietro le quinte e che in cima alla classifica delle proprie priorità ci ha messo il cuore e ci mette il cuore anche nel proprio lavoro, nonostante questo a volte significa perdersi lo ”scoop”. Ma per quanto ci riguarda, non c’era nessuno scoop, solo il festeggiare insieme a degli amici veri, una battaglia lunga e stenuante. Io in primis e tutta la nostra redazione, abbiamo avuto l’onore e il piacere di conoscere la famiglia di Chico e nello specifico zio Gianni e Wilma: altro che rocce. Loro sono tutto. Se oggi Chico rientra in Italia è merito di questi due angeli in terra che non hanno mai mollato, nonostante tutte le avversità. Se zio Gianni è lo zio d’Italia che tutti vorremmo avere, Wilma è la donna, quella con la D maiuscola, lei è quella che rispecchia in toto, il detto: “dietro un grande uomo, c’è sempre una grande donna”. E’ davvero tardi quando riesco a parlare con zio Gianni, è lui a richiamarmi dopo avergli lasciato un messaggio tramite Wilma. E fa sorridere il fatto che al mio “Ehilà”, Wilma mi fa: “A quest’ora possiamo telefonare solo te e la Sabi”. Mi scoppia un sorriso sul volto… E’ vero in questi mesi, da quando ci siamo avvicinati alla storia di Chico, le nostre telefonate e i nostri messaggi giungevano anche in piena notte, all’alba prima di un evento e nei festivi. Sposare una causa significa questo: esserci sempre e comunque, come un vero amico. E la Sabi, ci perdonerà, ma è giunta l’ora di venir fuori: lei è il braccio di Wilma e Gianni. E’ quella che c’è sempre stata e che in sordina e soprattutto lontana da telecamere e giornali, ha sempre lavorato duro e in prima persona, a volte sacrificando la propria vita personale per Chico. Un uomo mai conosciuto se non attraverso la sua famiglia. E’ tardi quando riesco a parare con loro… E Wilma e Gianni stavano finalmente brindando e abbracciandosi. Ecco, l’esserci con loro a brindare seppur virtualmente e da lontano quella che Gianni ha definito “l’inizio della fine”, vale più di mille scoop. La vita è questa, saper che si è lontani ma vicini sempre e mai più di ora, ciò può esser tremendamente vero. Ieri, ha vinto l’Italia, quella buona d’animo, quella passionale, quella legata alle sue radici, quella spaghetti e pizza, quella di un unico valore possibile la “famiglia”. La mia, a Gianni non voleva essere un’intervista, le sue prime dichiarazioni erano già ben che andate, non mi interessava questo, ma condividere un’emozione e provare a raccontarla. Così lui va veloce come un treno “Ci ho creduto fino alla fine, sapevo che questo era l’anno di Chico, era una sensazione e non volevo perdere la fiducia e la speranza e così è stato. Non l’ho persa e nei gironi scorsi quando ci sono state anche alcune dichiarazioni da parte di Di Maio, ho capito che qualcosa stava accadendo che non dovevo mollare, che il 2020 ancora non era finito. Il mio influsso magnetico ha funzionato – sorride e riprende - Tra tante cose che sono successe in questi anni, io devo essere riconoscente e ringraziare infinitamente, permettetemi il termine, questi “ragazzi”, Di Maio e Fraccaro. Mi avevano promesso che me lo avrebbero riportato a casa e hanno mantenuto la loro parola. Le altre volte Chico scivolava in fondo ai vari problemi che si accavallano, finendo sempre in secondo ordine. Loro sono riusciti a fare la mossa giusta, al momento giusto e conveniente anche per Chico. In questa causa mi sento di dover ringraziare tutti, anche la parte avversa, politicamente parlando, che pressava. Questo caso interessava tutti e ciò ha sicuramente accelerato e aiutato la situazione. Un mio grazie va sia alla Meloni che a Salvini. Non è da tutti andare in trasmissioni tv, come A porta a porta, una delle più seguite e in Rai e mostrare la maglia di Chico che noi firmammo durante l’ultima manifestazione alla quale io e la Wilma abbiamo partecipato a Bologna. Ho sentito tante critiche, di eventuali ritorni politici e quant’altro, a noi non interessa. Si dice che in amore e in guerra ogni mezzo è quello buono, valido. Per noi è stata una guerra, una battaglia durata secoli. Siamo riusciti a far valere le nostre ragioni, come Italia e questo è quello che conta. Non ha importanza in questi casi se si abbia o meno il cappello in mano, ma il traguardo che si è raggiunti, tutti insieme. E questa Italia fatta di speranze e di uomini e donne e di “famiglia” a me piace, sarò nostalgico, ma mi piace così come siamo”. Ma quando ti è squillato il telefono ed hai sentito Di Maio che ti diceva che te lo riportava a casa, cosa hai provato? “Un groppo in gola, non ci crederai ma non riuscivo a parlare. In una frazione di secondi, tutto ciò che abbiamo patito in questi 21 anni, non esisteva più. Ho dimenticato, resettato le notti in bianco, gli studi infiniti, le lotte, i viaggi… Tutto ripagato in pochi istanti. E da quell’istante una vita rinasce, sta per rinascere il mio Chico. Quello che lui ha passato e ha sofferto noi non lo potremmo mai sapere, si è chiuso nella sua fortezza ma con quella fortezza ne uscirà. Chico è una persona molto forte e con un carattere tosto e forse a volte anche spigoloso ma è questo suo modo di essere che l’ha salvato e noi con lui. Non è stato facile seguirlo, e devo tanto a Wilma, lei ha rinunciato alla nostra vita per Chico e questo fa di lei la persona migliore che io abbia mai conosciuto e mai avuto al mio fianco. Ci sono stati momenti di scoraggiamento, ma mi sono sempre detto: se rinuncio io, lui è finito. Ed io avevo una promessa da mantenere a mio fratello prima che volasse via: avrei fatto di tutto per portarlo a casa, non sapevo se ci sarei riuscito, ma avrei lottato fino alla fine dei miei giorni. Ecco ora spero di poterne rivivere qualcuno con Chico. Siamo all’inizio della fine perché fin quando Chico non metterà piede in Italia io non mollo.

E ancora aggiunge:

Fin quando non lo vedremo scendere dall’aereo, non ci fermiamo, non abbasserò la guardia. Non ci interessa che aereo, se di Stato o meno, in prima classe o quel che sia. Va bene anche nel bagagliaio, basta che ce lo ridanno. Non sappiamo ancora quando ciò accadrà, sono però fiducioso che la fine come la intendo io sia prossima. Ora più che mai io e Wilma cercheremo di star vicino alla mamma e al fratello, l’attesa è una sofferenza indicibile, ma supereremo anche questo. Grazie a quei giovanotti che ce lo riportano a casa, grazie alla stampa e ai fedelissimi che non ci hanno mai abbandonati. A tutte le classi politiche che si sono fatte carico della nostra vicenda, all’Italia e a tutti i sostenitori che ci hanno creduto e supportato e in primis Sabina, nostro faro. E a Chico che da lì dentro ci ha dato forza e coraggio… Agli amici, quelli veri”. E il groppo in gola ora giunge anche a me, non voleva essere uno scoop, non volevamo un’intervista, ma il racconto di un’emozione. Non sappiamo se ci siamo riusciti, per qualcuno forse sì, per altri no… Resta però per tutti, credo, il rumore di quelle onde cavalcate da Chico… Che all’improvviso lo travolsero negli abissi dell’oceano, Re Nettuno (zio Gianni) l’ha sostenuto dandogli cibo e acqua di speranza. Fin quando una nuova onda (Luigi Di Maio) proveniente dalla sponda opposta di quel 41esimoparallelo che lega Napoli a New York, non è giunta a riportarlo in cima alla roccia. Il suo volto è logorato dal tempo, ma sorride come non mai con in capo la corona di Nettuno e per scettro un mandolino. Il “ragazzo”, il “giovanotto” ministro napoletano Luigi Di Maio riunisce l’Italia e brinda al Natale. E hai ragione zio Gianni, abbiamo vinto tutti, ha vinto l’Italia, ha vinto la famiglia. La giustizia da oggi ha un altro nome: Gianni Forti. Buon Natale Chico, Ti aspettiamo! Leggi anche: Chico Forti tornerà in Italia, l'annuncio di Di Maio. Conte: "La notizia che aspettavamo”. Gianni Forti: "Ce l'abbiamo fatta, grazie a tutti” Metti like alla pagina 41esimoparallelo e iscriviti al gruppo 41esimoparallelo
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