Scuola, 10 arresti e sequestri nell'istruzione privata tra Calabria e Napoli. La procura della Repubblica di Vibo Valentia ha emesso dieci ordini di custodia cautelare eseguite dai carabinieri tra varie province della Calabria ed a Napoli. Le ordinanze riguardano accuse di associazione a delinquere, corruzione, falso in atto pubblico, abuso e autoriciclaggio. In carcere o ai domiciliari dieci persone fra cui ispettori scolastici e dirigenti di istituti privati del circuito Afam (Alfa formazione artistica e musicale). Sequestrate 19 società operanti nel settore dell'istruzione per un valore stimato di 7 milioni di euro.

Scuola, cosa succede

Scuole chiuse, le lezioni in presenza sono troppo rischiose, questo quello che emerge da varie ricerche anche sugli alunni di alcuni istituti. Non si può fare didattica in presenza i contagi sono estremamente facili. Numerosi dati sono emersi dalla ricerca di Tuttoscuola, che ha esaminato gli alunni in Dad dell'alto Adige e Basilicata. La conclusione avuta é che in tutto, uno su tre degli otto milioni e mezzo di iscritti resteranno a casa.

Oltre tre milioni di studenti da oggi seguiranno le lezioni da casa

Più di 800mila bambini della scuola dell'infanzia e della primaria, quasi mezzo milione delle medie e un milione e 800mila studenti delle superiori.

Scuole chiuse a marzo ovunque - La situazione nelle regioni

"Ora anche quelli che dicevano che la scuola è sicura e non è un luogo di contagio cominciano a tentennare o a ricredersi: bisogna prendere atto che, con questo quadro epidemiologico, e con l'impatto delle varianti, insistere sulle lezioni in classe è troppo rischioso", dice Pierluigi Lopalco, epidemiologo e assessore alla Sanità della regione Puglia, in un'intervista a La Stampa. "Anche gli esperti del Cts sembrano essersi convinti. Fosse per me, manterrei la didattica a distanza prevalente fino a fine aprile".

Cosa succede con la scuola

Il punto della didattica in presenza è in discussione nel nuovo Dpcm, il primo del governo di Mario Draghi. La (ri)modulazione nella chiusura degli istituti scolastici, ipotesi su cui si sta discutendo in queste ore, è frutto di una valutazione del Comitato tecnico scientifico. L'impatto delle scuole sui nuovi contagi dovrebbe essere differenziato in base alla zona per questo motivo gli esperti comunicano che sarebbe meglio riformulare le misure non su base regionale , bensi` su base comunale e provinciale. L'ipotesi che prevale, per ora, è quella di prevedere la Dad in tutte le scuole nelle zone rosse regionali o locali o dove si registra il superamento di una determinata soglia di incidenza che dovrebbe essere di 250 contagi settimanali ogni 100mila abitanti. L'altra idea possibile, che non è stata oggetto dell'incontro ma riguarda ambienti esterni al Comitato, è di valutare l'incidenza di 100 contagi settimanali su 100mila abitanti e viene supportata da altre componenti.

Il Cts: scuole chiuse in zona rossa e didattica a distanza per tutti

Ogni scuola di ogni ordine e grado  avra`l a didattica a distanza. I plessi scolastici dunque rimarranno chiusi in tutte le regioni, province e comuni in zona rossa. E in tutte le aree dove sono state adottate misure stringenti di isolamento "in ragione della circolazione di varianti virali con alto rischio di diffusività": è questa l'indicazione contenuta nel verbale che il Cts ha stilato al termine delle due riunioni che si sono tenute, ieri sera e questa mattina, per rispondere al quesito posto dai governatori sull'impatto della scuola sulla curva alla luce della circolazione delle varianti. Le indicazioni potrebbero essere inserite come nuove misure di contenimento nel prossimo Dpcm. Per ora le dinamiche delle lezioni in presenza non dovrebbero cambiare ma rimanere sempre le stesse. Quando il verbale del Cts sarà defi Quanto alle zone arancioni, destinate a diventare maggioritarie, il Cts non esclude eventuali chiusure decise in sede territoriale. A dare la conferma su l'urgenza della stretta agli istituti scolastici e`uno studio all'istituto superiore di sanita`, che traccia l'andamento dei contagi in età scolare da settembre a gennaio e che arriva fino a inizio febbraio. La curva accelera dopo metà gennaio, quando cambia l'andamento nella fascia 10-19 che comincia ad aumentare mentre in quella 0-9 si mantiene sensibilmente più bassa, con 200 casi ogni 100mila abitanti.

Da gennaio i congedi parentali covid non esistono più

Dai dati, comunque, emerge chiaramente che in tutto il periodo la fascia con tendenza ad avere incidenza maggiore sia quella 20-29 anni, escludendo gli ultra 90enni i cui contagi oltretutto risultano in forte calo per effetto dei vaccini. Il governo Draghi dovrà quindi prendere rapidamente una decisione, considerando che il tema è quello politicamente più sensibile visti gli effetti che avrà sulla vita di tutti i giorni dei genitori: per questo la gran parte delle regioni ha fatto di tutto per far decidere l'esecutivo anche se alcune, come la Campania, nel frattempo si sono mosse autonomamente. Da gennaio i genitori non saranno piu`costretti a usare ferie per poter stare a casa con i figli. Una dinamica che sara`sempre piu'presente nelle porssime settimane .(Today attualita) Leggi anche: La droga non teme il virus: controlli a tappeto nel Napoletano Metti like alla pagina 41esimoparallelo e iscriviti al gruppo 41esimoparallelo
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