AVERSA. L'ennesimo dramma, l'ennesima triste storia che arriva da Aversa, un giovane, padre poliziotto stroncato, strappato alla vita da cosa non si sa. Un malessere, un dolore che si porta dentro e che nessuno ha mai capito e/o perso minimamente in considerazione. Sembrava tutto normale, tutto come sempre ed invece dietro ai suoi sorrisi c'era un mondo sconosciuto.

Aversa - Si chiamava Felice Scuotto 

Era un poliziotto in servizio nel carcere napoletano di Secondigliano, sposato con due figli. Tutto faceva pensare ad una vita serena, poi il dramma, quel dramma che spesso si consuma dietro le sbarre, dietro chi fa un lavoro del genere e che troppopieni spesso vede, sente cose e atrocità che non dovrebbe, magari subisce il peso di una divisa, di responsabilità mai davvero però prese in considerazione. E così ha preso e ha deciso di farla finita. Se ne è andato nella sua solitudine e nel suo dolore. Felice si è tolto la vita con l’arma di ordinanza, dopo esser tornato da lavoro, nella sua abitazione ad Aversa. Aveva solo 43 anni.

Scuotto aveva prestato servizio in passato a Milano presso il carcere di San Vittore e a Roma presso Regina Coeli.

A diffondere la notizia della sua morte è Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria:

“Quello dei suicidi nelle forze dell’ordine e, particolarmente, nel Corpo di polizia penitenziaria, la cui incidenza è notevolmente superiore che nella restante popolazione, è un fenomeno che necessita di essere investigato compiutamente e affrontato concretamente. Peraltro, non riteniamo affatto sufficienti le iniziative e i supporti, anche di natura psicologica, finalizzati a intercettare a valle il disagio, ma reputiamo necessari e non più rinviabili interventi a monte che lo prevengano.

Ciò si può realizzare, in primis, ‘umanizzando’ le condizioni di lavoro anche attraverso il rispetto dei diritti e delle prerogative contrattuali, che rappresentano una vera e propria chimera per la gran parte degli appartenenti alla Polizia penitenziaria, e l’efficientamento del fallimentare sistema d’esecuzione penale, in particolare carcerario, anche per prevenire disorientanti fenomeni di dissonanza cognitiva. Certo, non vogliamo strumentalizzare e sappiamo che a un gesto estremo come il suicidio possono concorrere una serie di concause. Siamo tuttavia convinti che il servizio espletato e la ‘violenza’ delle esperienze spesso vissute e subite siano fra esse. Saremmo peraltro molto curiosi di sapere cosa ne è stato dell’Osservatorio permanente interforze sui suicidi tra gli appartenenti alle forze di polizia costituito dall’allora Capo della Polizia Gabrielli nel febbraio 2019, ma di cui non abbiamo avuto alcuna ulteriore notizia”, aggiunge il Segretario della UILPA PP.

“Per il momento, nostro malgrado, non rimane che stringerci attorno al dolore dei congiunti del collega tragicamente scomparso, che lascia la moglie e due figli in tenera età”, conclude De Fazio.

Il dramma di Aversa - “Capece: Era un ragazzo sorridente e solare, nulla faceva presagire la tragedia”

dice il segretario del Sappe Donato Capece, ricordando che il dramma dei suicidi dei poliziotti “va avanti da tempo senza segnali di attenzione da parte del Ministero della Giustizia e del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria“. Dall’inizio dell’anno quattro sono stati i poliziotti suicidi, tre dei quali in Sicilia, lo stesso numero dell’intero 2022., e poco meno del totale registrato nel 2021 (5) e nel 2020 (6). Il 2019 l’anno sinora più tragico con 11 poliziotti che si sono tolti la vita . Numeri “sconvolgenti”, per il sindacato che chiede “soluzioni concrete per il contrasto del disagio lavorativo” , a partire da un’apposita direzione medica della Polizia Penitenziaria, composta da medici e da psicologi impegnati a tutelare e promuovere la salute di tutti i dipendenti dell’Amministrazione “. 

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