L'emergenza coronavirus ha riportato inevitabilmente in primo piano anche il tema caldo delle pensioni che già prima dello scoppio della pandemia era oggetto di un confronto tra Governo e sindacati. La diffusione improvvisa e devastante ha fatto passare in secondo piano il confronto già avviato in maniera embrionale sulla riforma del sistema previdenziale italiano.

Pensioni: ecco le paure ai tempi del Coronavirus

Il tema delle pensioni però resta in qualche modo in primo piano per vari motivi: da una parte c'è la paura di tagli agli assegni per via della devastante crisi economica legata al coronavirus, dall'altra i timori crescenti di quale sarà il futuro dopo quota 100. Da non dimenticare poi la paura che serpeggia in un contesto di crisi, legata al rischio di non ricevere più la propria pensione per mancanza di fondi.

Pensioni: per Tridico (Inps) sono al sicuro. Ecco perchè

Su quest'ultimo punto rassicurazioni sono arrivate in questi giorni dal presidente dell'Inps, Pasquale Tridico, che durante la trasmissione "DiMartedì su La7, si è preoccupato di tranquillizzare i pensionati in merito al pagamento degli assegni. Il numero uno dell'Inps ha dichiarato che "i soldi per pagare le pensioni ci sono", aggiungendo che "le pensioni sono al sicuro" e lo saranno sempre. Questo grazie all'esistenza del Fondo di tesoreria dello Stato al quale si potrà accedere in caso di bisogno, come di fatto già accaduto in passato.

Pensioni: tagli in vista? Dal Recovery Fund alla crisi economica

Permangono invece i timori su un altro elemento chiave delle pensioni, ossia quello dei possibili tagli. Non c'è ancora alcuna certezza su quali potranno essere per il sistema previdenziale italiano le implicazioni del Recovery Fund, ossia il fondo della Ripresa in merito al quale è arrivato un primo accordo tra Francia e Germania a inizio settimana. Non è facile dire al momento se l'accesso a tale fondo possa portare con sè un'agenda di riforme tra cui quella delle pensioni, con la minaccia di un taglio degli assegni. Una sforbiciata però è destinata a materializzarsi a causa della crisi economica che si è abbattuta sull'Italia e non solo per via del coronavirus.

Pensioni: tagli degli assegni anche fino a quasi il 7%. Chi rischia?

A fare un po' i conti è il settimanale Panorama che presenta una stretta correlazione tra il crollo del PIL e il futuro delle pensioni. Per quest'anno il Prodotto Interno Lordo dovrebbe affondare del 10%, per poi essere seguito da un rimbalzo del 4% nei prossimi due anni. Questo si tradurrà in un impatto diretto anche sulle pensioni, tanto che Panorama calcola che chi si ritirerà dal lavoro tra il 2023 e il 2033 subirà una riduzione dell'assegno previdenziale tra il 2% e il 4%. E' più fortunato chi andrà in pensione nei prossimi mesi e comunque da qui a 3 anni, visto che non dovrebbe subire particolari ripercussioni dalla crisi in atto. Diverso il discorso per coloro che raggiungeranno l'agognato traguardo della pensione negli anni successivi, visto che il loro assegno subirà una decurtazione che potrà estendersi anche fino al 6,7%, almeno stando ai calcoli realizzati da Epheso per Panorama.

Pensioni: quali scenari dopo Quota 100? Sale l'età pensionabile?

L'incubo di un taglio non è l'unico a togliere il sonno, visto che a preoccupare è anche l'incognita legata a quali scenari si materializzeranno dopo la scadenza di Quota 100. Come è noto questa misura pensionistica voluta dal primo Governo Conte, permette l'uscita anticipata dal lavoro per coloro che hanno almeno 38 anni di contributi e un'età anagrafica minimi di 62 anni. Quota 100 però è una forma sperimentale, voluta per sterilizzare in qualche modo gli effetti della tanto odiata riforma Fornero, e durerà fino al 31 dicembre 2021.

A preoccupare è proprio quello che potrà accadere dopo tale data, visto che si profila il rischio di un aumento dell'età pensionabile. Per il momento siamo ancora nel campo delle ipotesi e non vi è nulla di concreto, ma tra le opzioni allo studio c'è quella di na sostituzione di Quota 100 con Quota 102. In pratica i 62 anni di età non saranno più sufficienti per andare in pensione, ma si dovrebbe attendere altri 2 anni e arrivare a 64 anni come soglia minima.

Pensioni: dopo Quota 100 il calcolo sarà tutto contributivo?

Un'altra minaccia riguarda poi le modalità di calcolo della pensione che dopo Quota 100 potrebbe avvenire in base ad un sistema totalmente contributivo. In sostanza la pensione sarà calcolata solo su quanto effettivamente versato dal lavoratore in termini di contributi previdenziali, senza tenere conto della sua retribuzione. Il sistema contributivo fa storcere il naso alle parti sociali, perchè andrebbe a penalizzare quanti hanno avuto un percorso lavorativo discontinuo, con contributi saltuari negli anni. Fonte: Trend Online Leggi anche Pensioni, il calendario di giugno: ecco quando verranno pagate. Seguici su Facebook 41esimoparallelo

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