"Chico è innocente, liberatelo”. Una frase, poche parole, che rimbombano nella mente di un uomo, della sua famiglia e di un'Italia che da 21 anni attende che il suo connazionale torni a casa.

E' accaduto tutto giovedì sera, in prima serata

Ancora una volta Le Iene e nello specifico il giornalista Gaston Zama porta in prima serata la vicenda di Chico Forti. Ma stavolta non vi sarà un servizio che dura ore, né tanto meno qualcuno da istruire sulla vicenda, che oramai è più che risaputa, ma qualcosa forse per cui gioire.

Come una fiammella si riaccende la speranza e un sorriso

Il programma de "Le Iene” di Mediaset, in onda ogni settimana su Italiano, inizia proprio con il servizio su Chico Forti. Esattamente undici minuti che rimarranno impressi nella mente di tutti e che forse, non solo zittiranno chi ancora cerca di additare l'italiano ingiustamente carcerato all'ergastolo in Florida per un delitto mai commesso, ma che smuoveranno ancor di più, ci si augura, le coscienze e non solo, dei nostri politici, e nello specifico del ministro Luigi Di Maio. Che il caso Chico Forti fosse complicato, era chiaro... Che si stava lavorando, idem... Ce lo si ripete da anni. Serviva un fatto, forse? Qualcosa di ancora più forte delle mancate prove e dell'assenza totale di quel "Oltre ragionevole dubbio”? https://www.facebook.com/48166220529/videos/360399381943586

Bene, è arrivato.

Le Iene infatti hanno raccolto la testimonianza del fratello della vittima, Bradley Pike. Come si evince dal servizio mandato in onda e dalla lettera in loro possesso, Bradley Pike ha scritto allo Stato della Florida per chiedere "immediato rilascio di Chico Forti [...] sono fermamente convinto che il Sig. Forti sia innocente per il crimine di cui è stato ingiustamente detenuto per 20 anni”'.

"È una lettera pesantissima, quanto pesa cinque chili?"

Prova a scherzare Chico, raggiunto al telefono dalla Iena Gaston Zama, mentre si avverte un nodo in gola. Una lettera che potrebbe scagionarlo e riportarlo a casa davvero come uomo libero, senza dover attenersi a nessun trattato o legge internazionale, soprattutto se si considera anche la richiesta di "grazia” da parte del nostro esecutivo alle autorità statunitensi. Una lettera che segna una vera e propria svolta e che giunge alla luce una decina di giorni dopo il 21esimo anniversario della detenzione di Chico in America. Anche in questo caso qualche perplessità sovviene, la lettera è datata 27 agosto, siamo al 22 di ottobre quando Le Iene la spiattellano in prima serata. Perchè solo ora? Perchè questa forte dichiarazione del fratello della vittima, non è stata fatta valere ad esempio durante l'incontro del nostro ministro col segretario Pompeo? Forse faceva parte di quel pacchetto di cose che "ci si lavora in silenzio”? Come dichiarò il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio in prima serata durante l'intervista a TG2Post poco prima delle elezioni? Può essere. E magari gli italiani ancora una volta sono pronti a chinare il capo e a non cercare risposte, a far finta di non comprendere o meglio a non voler comprendere sistemi burocratici più grandi di loro, ma chiedeno una sola cosa: "Riportate a casa il nostro amico”. Chi o quale familiare di una vittima, affermerebbe qualcosa del genere e per di più si prenderebbe la briga di scrivere allo Stato della Florida e chiedere l'immediato rilascio di un uomo che avrebbe ammazzato suo fratello?

Nessuno, a meno che non sia convinto della "innocenza” di quel uomo. E allora Italia cosa aspetti?

Ora non vi sono più "scuse" o "pretesti" o "vizi di forma”, forse solo le incombenti votazioni americane del 3 novembre.

Ma Chico è innocente

L'ha detto il nostro ministro durante il suo incontro col segretario Mike Pompeo dinnanzi a milioni e milioni di cittadini americani e italiani, e non solo. L'hanno detto illustri uomini del Foro come il magistrato nonché presidente onorario aggiunto della Corte suprema di cassazione Ferdinando Imposimato, venuto a mancare due anni fa con la speranza di riuscire a smuovere il mare di impedimenti tra l'Italia e gli Usa. Lo dice ancora Giulio Terzi, ex ministro degli Esteri e attualmente ambasciatore negli Stati Uniti. Matteo Salvini, la Meloni e tanti vip da Enrico Montesano a Eros Ramazzotti, Jo Squillo, Jovanotti, Al Bano...

Lo dicono quelle mancate prove

Vi è solo una cosa da fare: salire su un aereo e portare a casa Chico... dalla sua mamma, dalla sua famiglia, da zio Gianni, dalla sua Italia.

Chico Forti

"Il mio sogno sarebbe che Luigi Di Maio affrontasse, con questa lettera in mano, il governatore della Florida", afferma con un filo di voce l'ex produttore televisivo e velista italiano. E' anche il nostro di sogno, Chico. (di Nunzia D'Aniello) Leggi anche:  Era l'11 ottobre del 1999: 21 anni e Chico Forti è ancora là, intrappolato in quel sogno diventato un incubo: gli Usa Metti like alla pagina 41esimoparallelo e iscriviti al gruppo 41esimoparallelo
Tortoreto in lacrime per Renato Di Remigio: addio a un giovane papà
Lockdown in Campania, la rabbia contro De Luca: "Stop a tasse e affitti, altrimenti sarà protesta"