Il mondo dell'imprenditoria è in lutto per la morte prematura di Leila Janah. Conosciuta in tutto il mondo come "l'imprenditrice dei poveri", per aver dato lavoro con le sue aziende ad oltre undicimila persone tra India e Africa, è deceduta lo scorso 24 gennaio nella sua casa a New York a causa di una grave malattia che l'aveva colpita da tempo, un tumore ai tessuti molli, il cosiddetto sarcoma epitelioide, che aveva raccontato anche sui propri canali social, mostrandosi senza capelli e molto dimagrita. La notizia, tuttavia, è stata resa nota solo nelle ultime ore. Classe 1982 e di origine indiana da parte di entrambi i genitori, era nata a Lewinston, vicino alle cascate del Niagara, prima di trasferirsi in un sobborgo di Los Angeles. Sin dai tempi delle scuole medie aveva cominciato a pensare di poter dare una mano ai meno abbienti, anche perché la sua stessa famiglia viveva in condizioni disagiate. Ma la vera svolta nella sua vita è arrivata durante gli anni dell'Università, quando ha cominciato a trascorrere le sue estati in Ghana per partecipare ad un programma di insegnamento dell'inglese per i bimbi non vedenti. Il contatto con le aree più povere del contente africano l'hanno spinta a cercare di fare qualcosa di concreto per quelle popolazioni. Così nel 2008 ha fondato in Kenya Samasource, dal sanscrito “Sama” che vuol dire “eguale”, con l’obiettivo di offrire una vita migliore a coloro che vivono al di sotto della soglia di povertà. L’azienda dà attualmente lavoro a oltre 2.900 persone in Kenya, Uganda e India. La compagnia lavora nel campo digitale e fornisce consulenze, dati, progetti e strumenti poi utilizzati nei campi più vari, dai videogiochi alla meccanica per aut, anche a colossi del calibro di Google, Facebook, Microsoft, Getty Images e Walmart. Poi, nel 2015 è arrivata anche LXMI, una linea di cosmetici di lusso, che impiega centinaia di donne povere lungo la valle del Nilo, in gran parte in Uganda, per raccogliere le noci Nilotica e trasformarle in un burro che viene esportato negli Stati Uniti per essere utilizzato nella produzione dei prodotti per la cura della pelle. In totale, nelle sue aziende hanno trovato una stabile occupazione circa undicimila persone. Neppure la malattia, scoperta qualche anno fa, l'ha fermata. Ha lasciato il marito Tassilo Festetics. "Ci mancherà la sua risata contagiosa, il suo spirito tenace e la sua capacità di ispirare tutti. Era una forza per il bene nel mondo", si legge in una nota divulgata da Samasource. Fonte: https://www.fanpage.it/

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