Una folla composta, tante anime, cuori pulsanti in marcia su Roma: destinazione giustizia per Chico Forti. Si potrebbe riassumere così la mattinata di Montecitorio, il sit-in organizzato per il nostro connazionale in carcere da vent'anni negli Usa.

Pochissimi assembramenti, mascherine e un solo grido: "portiamo a casa Chico”.

Sì, perchè è questo che tutti chiedono: riportarlo a casa, tra la sua gente, la sua città, nella sua Nazione e che sia l'Italia a giudicarlo secondo le sue leggi, le sue regole. Un uomo condannato all'ergastolo per aver ucciso forse, probabilmente un altro essere umano. Il tutto basato su prove a volte fallacie e che presentano non pochi dubbi.

Il sit-in organizzato e gestito dai suoi fedelissimi e non solo

Le "combattenti” Renata e Adriana: donne che non hanno mai perso la speranza e che lottano affinché qualcuno ascolti davvero quell'uomo, quell'uomo saggio e speranzoso che grida "sono innocente” da vent'anni. Magda (ex speaker di una radio locale che si appassionò alla vicenda dell'imprenditore dando vita a L'Onda Chico) e Anna che hanno collaborato all'evento.  

Insieme alle "combattenti” di sempre, in piazza, questa mattina anche Enrico Montesano

L'attore e regista italiano è uno dei tanti "vip” che ha sposato la causa Chico Forti e se ne è fatto promotore, soprattutto nella giornata di oggi come "padrino” indiscusso. Da tempo oramai Montesano e la moglie (Teresa), seguono la vicenda dell'imprenditore trentino e la loro dedizione e il loro impegno ha portato in piazza a Montecitorio anche Matteo Salvini.

Il leader della Lega schieratosi dalla parte giusta

Ha fatto sentire la sua voce e la sua presenza, impegnandosi in prima persona affinché Chico possa tornare a casa: “Non siamo qui per giudicare sulla sua o meno presunta colpevolezza”.

E ancora aggiunge

"Non spetta a noi e non sogneremo mai, nemmeno lontanamente di accusare la giustizia di un altro Stato. Quello che chiediamo è solo che, in base a delle falle, messe in luce soprattutto da un servizio de Le Iene, Chico, un nostro connazionale, abbia la possibilità di essere giudicato in casa sua”.

Stesso appello di Enrico Montesano che puntualizza come mai, in piazza, oggi, ci fosse stato solo Salvini e non anche altre forze politiche:

"Chico - afferma il regista - è una questione italiana che non ha colore, partito. E' un uomo, un italiano forse ingiustamente condannato che sta scontando da vent'anni un presunto omicidio. E' nostro dovere aiutare un nostro connazionale”. In merito poi al saluto frettoloso alla folla per Chico del Ministro Bonafede, che non ha speso nemmeno una parola, ma si è dileguato con una semplice, se non banale frase: "Stiamo lavorando”, Salvini afferma: “Non sono qui per dividere, ma per costruire e aiutare a riportare Chico a casa”. Qualcosa si sta muovendo... Qualcosa si muove e secondo anche alcune fonti molto vicine a chi sta adoperando in maniera forse anche silente, sembrerebbe che la Farnesina si sia messa in moto e già da tempo. La speranza come si suole dire è l'ultima a morire e noi lotteremo per Te, Chico: 41esimoparallelo è e sarà la voce di Napoli, un'altra tua piccola onda in un mare calmo ma imponente che vuole il tuo ritorno. In terra e nei cieli di Roma un'aeroplano urla ciò che la folla composta di oggi, i tuoi tanti amici hanno manifestato: “Giustizia per Chico Forti”. (di Nunzia D'Aniello) Leggi anche: Chico Forti, un italiano in carcere negli Usa da innocente? La lettera di Chico Forti a Veronica Lee: “Sono orgoglioso di te” L'Onda di Chico torna in piazza a chiedere giustizia, sit-in a Montecitorio Eros Ramazzotti in sostegno di Chico Forti: portiamo a casa l'ergastolano innocente   Metti like alla pagina 41esimoparallelo e iscriviti al gruppo 41esimoparallelo
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