Il gup di Palermo ha condannato a 13 anni e 8 mesi in abbreviato, per concorso esterno in associazione mafiosa, Lorena Lanceri, la donna che ha per mesi accudito il boss Matteo Messina Denaro durante la sua latitanza.

Emanuele Bonafede, il marito di Lanceri, condannato, invece, a 6 anni e 8 mesi per favoreggiamento e procurata inosservanza della pena. La coppia ha ospitato Messina Denaro nella loro casa di Campobello di Mazara, contribuendo a consentirgli di trascorrere del tempo in tranquillità, incontrare persone e muoversi senza essere avvistato dalle forze dell'ordine.

Lorena Lanceri, inizialmente accusata di favoreggiamento, successivamente indagata per il suo ruolo più significativo nel concorso esterno in associazione mafiosa. La coppia Bonafede-Lanceri, oltre a fornire cibo al capomafia ricercato, svolgeva una stretta vigilanza sulla zona, controllando che non ci fossero forze dell'ordine prima di consentire a Messina Denaro di entrare o uscire dalla loro abitazione.

La relazione di Lanceri con Messina Denaro

Emersa durante le indagini, con la scoperta di una lettera firmata Diletta, nome in codice di Lanceri, in cui la donna dichiarava il suo amore al boss. Inoltre, Lanceri smistava la corrispondenza tra il padrino e un'altra sua amante storica, Laura Bonafede, ora anch'essa in carcere. Impronte digitali di Lanceri trovate sul diario del boss e su diversi supporti digitali custoditi nel covo di Campobello di Mazara, insieme a ricevute di acquisti di oggetti destinati a Messina Denaro fatti da un account Amazon associato a Lanceri.

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