Libero non viene più venduto neppure in diverse edicole di Napoli.

Dopo quanto vi avevamo riferito in Calabria anche in Campania non hanno preso bene le offese del direttore Vittorio Feltri contro i Meridionali e molti edicolanti hanno deciso di attuare una protesta: “Essendo meridionali inferiori non siamo in grado di comprendere gli arguti articoli di questa testata giornalistica indipendente! Ci voglia scusare il direttore Feltri!”, è il messaggio esposto su uno dei tanti cartelli affissi stamane che avvisa i clienti che il quotidiano Libero non è più in vendita per rifiuto.

Una decisione forte

Da parte degli edicolanti che vogliono salvaguardare la dignità propria e del territorio di appartenenza, che è stato insultato con frasi proprie della discriminazione territoriale da Vittorio Feltri. A Napoli è stato un passaparola spontaneo, un sommovimento d’indignazione quello che ha portato a questa iniziativa quasi unanime della categoria. Ecco che chi rifornisce le edicole ogni mattina si è visto costretto a sfilare le copie di Libero per via del rifiuto alla vendita. Questa decisione ha portato a non poche polemiche.

Molti si chiedono

Se un edicola può avere il diritto o meno di evitare di vendere un quotidiano come Libero. Ma a maggior ragione ci si chiede se questo atteggiamento non fa altro che fare il gioco del giornale di Vittorio Feltri vista la grande cassa di risonanza che sta avendo la vicenda. Soffermandoci invece sulla mera questione economica le copie in vendute tornano come reso a fine giornata provocando una perdita economica dell’editore, pertanto probabilmente la miglior protesta possibile potrebbe essere prendere il giornale e lasciarlo in bella mostra sullo scaffale senza venderne neppure una copia. Continuano dunque le polemiche attorno a Libero e al suo controverso direttore.(Giornalettismo) Leggi anche: Feltri al Sud: «Noi senza di voi campiamo alla grande, datevi una regolata o farete una brutta fine». Seguici su facebook: 41esimoparallelo
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