giulia cecchettin e giulia tramontano

Il governo italiano ha annunciato una svolta storica nella lotta contro il femminicidio. Il nuovo disegno di legge, che verrà discusso oggi in Consiglio dei Ministri, prevede l'ergastolo per chi uccide una donna per odio di genere o per reprimere l’esercizio dei suoi diritti e della sua libertà.

Il testo, presentato alla vigilia dell’8 marzo, è firmato dai ministri Nordio e Roccella e introduce una pena minima di 24 anni di carcere in presenza di circostanze aggravanti.

Pene più severe e nuove misure di protezione

La bozza del Ddl sulla violenza di genere stabilisce che la pena venga aumentata fino alla metà se il reato è motivato da odio o discriminazione verso la vittima in quanto donna.

Tra le novità principali:

  • Informazione obbligatoria alle vittime: Le donne dovranno essere avvisate in anticipo dell'uscita dal carcere dell’aggressore, se condannato per reati di violenza.
  • Parere della vittima nei patteggiamenti: In caso di reati legati alla violenza domestica e di genere, la vittima potrà esprimere la propria opinione su eventuali sconti di pena.
  • Arresti domiciliari con braccialetto elettronico: Per chi ha commesso violenza o persecuzione nei confronti di una donna, il braccialetto elettronico diventerà la norma.

Un segnale alla società

L’iniziativa del governo punta a dare una risposta chiara ai tragici casi di femminicidio che continuano a scuotere il Paese, come quelli di Giulia Cecchettin e Giulia Tramontano.

"La violenza contro le donne è una piaga sociale che deve essere fermata con strumenti concreti e severi", si legge nella relazione illustrativa del Ddl.

Con questo provvedimento, il governo ribadisce il suo impegno nel rafforzare le tutele per le donne vittime di violenza e nell'inasprire le pene per i colpevoli, con la massima punizione prevista dall’ordinamento italiano.

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