Omicidio Santo Romano, 18 anni all’assassino minorenne: “La giustizia si vergogni”
La sentenza emessa dal Tribunale dei minori di Napoli non soddisfa la famiglia della vittima: “Pena troppo lieve per tre reati gravi”. Proteste e lacrime fuori dall’aula

È arrivata nel pomeriggio di oggi la tanto attesa sentenza per l’omicidio di Santo Romano, il 19enne ucciso a Napoli nel novembre 2024 da un minorenne. Il Tribunale per i minorenni ha condannato l’assassino a 18 anni e 8 mesi di reclusione per omicidio volontario, tentato omicidio e porto abusivo d’arma da fuoco. Una decisione che ha immediatamente scatenato un’ondata di rabbia e delusione tra i familiari della vittima e i tanti cittadini presenti fuori dal Palazzo di Giustizia.
Rabbia e proteste fuori dal Tribunale
All’esterno del Tribunale si è levato forte il grido di dolore e indignazione della famiglia di Santo Romano. Cori, insulti e invettive sono stati rivolti ai magistrati e alla giustizia italiana, accusata di non aver saputo dare una risposta adeguata a un delitto che ha sconvolto un'intera comunità. Mena De Mare, madre del giovane ucciso, ha parlato con voce rotta dalla disperazione:
“La giustizia ha fallito ancora una volta. Neanche 20 anni per tre reati gravissimi. È per questo che i giovani continuano ad ammazzare, perché sanno che le pene sono leggere. Ci eravamo affidati alla giustizia, ma la giustizia ha tradito le nostre speranze e si deve vergognare”.
Un dolore che devasta la famiglia e la comunità
Accanto alla madre c’era anche il fratello di Santo, Tony, trattenuto a stento da parenti e amici mentre cercava di avvicinarsi all’aula di Tribunale per affrontare l’assassino del fratello. “Hanno spento una vita e ora ci prendono anche la dignità. È uno schifo,” ha urlato. Arca, zia della vittima, ha aggiunto con amarezza:
“La morte di Santo ha distrutto una famiglia, un quartiere, una comunità. E ora, con gli sconti di pena e i permessi, questo ragazzo potrà tornare a vivere, mentre mio nipote non tornerà mai più”.
La fidanzata di Santo: “Così non capirà mai il dolore che ha causato”
Presente anche Simona Capone, fidanzata di Santo, che ha voluto prendere la parola per esprimere la sua indignazione:
“Non si può parlare di giustizia se a chi toglie una vita non viene fatto comprendere il valore di quella vita. Con una pena così leggera, non avrà mai modo di comprendere fino in fondo l’errore e il dolore che ha provocato”.
Le reazioni politiche: “Troppa comprensione per l’assassino”
Sul caso è intervenuto anche il deputato di Alleanza Verdi Sinistra, Francesco Emilio Borrelli, che ha definito la sentenza “incomprensibile e ingiusta”:
“Capisco il principio della rieducazione nei procedimenti per i minori, ma qui si è andati oltre. Forse si è stati troppo comprensivi con il colpevole e non si è compreso fino in fondo il dolore e il grido di giustizia di una famiglia distrutta”.
Il nodo della giustizia minorile
Il caso di Santo Romano riaccende il dibattito sull’efficacia della giustizia minorile in Italia, specialmente nei confronti di reati di estrema gravità. La sentenza solleva interrogativi sull’equilibrio tra la funzione rieducativa della pena e il bisogno di giustizia delle vittime. Per molti cittadini, oggi, quella bilancia è sembrata pesare tutta dalla parte dell’imputato.