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Un nuovo nome si aggiunge alla fitta rete che sosteneva Matteo Messina Denaro. Antonio Messina, soprannominato “l’Avvocato”, è stato arrestato su ordine della Direzione Distrettuale Antimafia. Secondo gli inquirenti, avrebbe gestito le finanze del boss e mantenuto contatti con diverse cellule mafiose in Sicilia. Tra i suoi affari: oleifici, immobili confiscati, rifiuti e il Superbonus 110%.

L’arresto su mandato della DDA

Antonio Messina, 79 anni, già noto alla giustizia per concorso esterno in associazione mafiosa e narcotraffico, è finito agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. L’operazione è stata eseguita dai carabinieri del ROS.

Secondo l’inchiesta coordinata dalla DDA di Palermo, Messina avrebbe svolto un ruolo chiave per il sostentamento economico di Matteo Messina Denaro durante la latitanza e avrebbe mantenuto rapporti con affiliati mafiosi attivi in tutta la provincia di Trapani.

Chi è “l’Avvocato”: massone e fiduciario del boss

Conosciuto negli ambienti criminali come “l’Avvocato”, Antonio Messina è stato anche indicato con lo pseudonimo “Solimano” in alcune lettere scambiate tra Messina Denaro e la maestra Laura Bonafede. L’uomo sarebbe stato affiliato a Cosa Nostra su impulso di Leoluca Bagarella, che ne avrebbe anche proposto una collocazione adeguata all’interno dell’organizzazione mafiosa, in virtù delle sue competenze.

Gli affari seguiti per conto del clan

Gli inquirenti hanno documentato l’interesse e il coinvolgimento di Messina in numerose attività economiche, spesso usate come canali per il riciclaggio dei proventi mafiosi. Tra queste figurano:

la gestione dell’oleificio Fontane d’Oro s.a.s.;

lo smaltimento dei rifiuti urbani in Brasile;

operazioni edilizie connesse al Superbonus 110%;

acquisizioni di immobili all’asta o confiscati alla criminalità;

attività nel settore della distribuzione di carburanti.

La rete di protezione del boss: indagini ancora in corso

L’arresto di Messina si inserisce nel più ampio contesto delle indagini sulla rete di favoreggiatori del boss Matteo Messina Denaro, morto nel settembre 2023 dopo l’arresto avvenuto a gennaio dello stesso anno. Pochi giorni fa è stata arrestata anche Floriana Calcagno, accusata di aver sostenuto il capomafia durante la fuga.

Le autorità stanno cercando di ricostruire l’intera struttura economica e logistica che per anni ha protetto l’ultimo grande latitante di Cosa Nostra.

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