Nella notte, gli Usa e la Gran Bretagna hanno condotto attacchi contro le postazioni degli Houthi nello Yemen, in risposta alla sfida dei miliziani che hanno ignorato l'avvertimento di non ostacolare il commercio internazionale nel Mar Rosso, una rotta cruciale tra Europa e Asia, in sostegno alla causa palestinese. Contestualmente, l'Iran ha sequestrato una petroliera nel Golfo di Oman come rappresaglia contro gli Usa.

I bombardamenti israeliani nella Striscia di Gaza continuano anche durante l'udienza a L'Aia sulle accuse di crimini di guerra. Tuttavia, gli sforzi diplomatici per un cessate il fuoco persistono. Gli Usa e la Gran Bretagna hanno dichiarato di aver lanciato gli attacchi per difendere la libertà di navigazione nel Mar Rosso, una richiesta internazionale fondamentale.

L'Arabia Saudita ha espresso "grande preoccupazione" per i raid notturni

Invitando alla "moderazione" e a evitare un'escalation nella regione del Mar Rosso. Il Ministero degli Esteri saudita ha sottolineato l'importanza di mantenere la sicurezza e la stabilità nella zona.

Nel frattempo, gli Houthi hanno dichiarato che gli attacchi sono ingiustificati, affermando che il loro obiettivo rimane focalizzato sulle navi legate a Israele e sui convogli diretti ai porti della Palestina occupata.

Yemen, Iran condanna Usa e Gb

L'Iran ha condannato fermamente gli attacchi statunitensi e britannici, definendoli un'azione arbitraria e una chiara violazione della sovranità dello Yemen e del diritto internazionale. Il portavoce del Ministero degli Esteri iraniano ha collegato gli attacchi al sostegno degli Usa per Israele e ha esortato la comunità internazionale a impedire l'ulteriore espansione del conflitto, prevedendo instabilità nella regione come risultato degli attacchi.

Il Giappone ha unito la sua voce a quella di altri paesi, giustificando gli attacchi come difesa della libertà di navigazione e del commercio internazionale, specialmente a seguito degli attacchi contro le navi legate a Israele. Diversi paesi, tra cui Stati Uniti, Regno Unito, Australia, Bahrein, Canada, Paesi Bassi, Danimarca, Germania, Nuova Zelanda e Corea, hanno emesso una dichiarazione congiunta sottolineando che l'azione è stata intrapresa per proteggere il commercio internazionale, di cui quasi il 15% passa attraverso il Mar Rosso.

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