Si chiama Giulia Lavatura, la donna e mamma 41enne che questa mattina si è lanciata dal nono piano insieme alla sua bambina di appena sei anni, provocandone la morte sul colpo.

Lei, Giulia Lavatura, è ricoverata, invece in gravissime condizioni all'ospedale Bufalini di Cesena.

Prima del suo tragico gesto, la donna ha voluto condividere le motivazioni del suo dolore attraverso un lungo post su Facebook. In frasi confuse e lapidarie, ha cercato di riassumere la tragedia della sua vita, anche se la drammaticità del momento non ha permesso di chiarire completamente le accuse contenute nelle sue parole.

Il lungo post su Facebook di Giulia Lavatura prima del terribile gesto

"Perché ho dovuto farlo?" - scrive la madre, seguita da un centro di salute mentale da qualche tempo - "Nessuno me lo tiene lontano. Mi perseguita", afferma. Il suo sfogo prosegue: "Non lo voglio vedere, non voglio frequentarlo. Non mi sembra di chiedere tanto. Niente ordinanza restrittiva, perché non ho video delle brutte violenze domestiche. Inutile questura, ero incinta, nemmeno questo per tutelarmi."

La sua rabbia, il dolore e il senso di impotenza emergono in un flusso di parole che il magistrato dovrà ora esaminare. La donna continua con un lungo elenco di accuse verso coloro che considera nemici, chiamandoli per nome, e ringraziando vagamente presunte amiche comprensive.

Il suo messaggio rivela un profondo stato di sofferenza e frustrazione, menzionando presunte violenze domestiche, mancanza di supporto dalle autorità e problemi di salute mentale. Questo messaggio sarà oggetto di analisi da parte del pubblico ministero per comprendere appieno la situazione e valutare eventuali azioni da intraprendere.

La comunità si unisce nel cordoglio per la tragedia e, allo stesso tempo, riflette sulla necessità di affrontare le questioni legate alla salute mentale e alle relazioni familiari.

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