La visita del Presidente

Finalmente Codogno è in festa. Dopo tre mesi di «incubo» - come il sindaco Francesco Passerini ha definito l'emergenza coronavirus -, oggi accoglie il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. «Qui nella casa comunale di Codogno oggi - come poche ore fa a Roma all'Altare della Patria - è presente l'Italia della solidarietà, della civiltà, del coraggio. In una continuità ideale in cui celebriamo ciò che tiene unito il nostro Paese: la sua forza morale. Da qui vogliamo ripartire. Con la più grande speranza per il futuro», ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella arrivato nel comune del Lodigiano in cui è stato scoperto il primo caso italiano di Coronavirus nella notte fra il 20 e il 21 febbraio scorso, accolto dall'applauso caloroso e dalle grida di grazie della gente che ha riempito la piazza principale per riuscire a vederlo e fargli una foto.

L'accoglienza

Ad accoglierlo il sindaco Francesco Passerini, presidente della Provincia di Lodi, il presidente della Lombardia Attilio Fontana, il prefetto Marcello Cardona. Nel cortile interno del Comune Mattarella parteciperà a un incontro anche con i sindaci dei comuni della zona rossa del Lodigiano, il vescovo monsignor Maurizio Malvestiti e alcuni rappresentanti dei volontari. Poi al cimitero esporrà una corona di fiori sulla targa dedicata alle vittime del Coronavirus. «Da Codogno, dove è iniziato il nostro percorso di sofferenza, vogliamo ribadire i valori della Costituzione, ricordando nuovamente i tanti nostri concittadini morti per il coronavirus e rinnovando grande solidarietà ai loro familiari e alle loro comunità. Oggi si ritrova la Repubblica», ha detto il presidente Sergio Mattarella . «Questo è tempo di un impegno che non lascia spazio a polemiche e distinzioni. Tutti siamo chiamati a lavorare per il Paese, facendo appieno il nostro dovere, ognuno per la sua parte.

La memoria

Non andrà dimenticato quanto, in questi mesi, hanno fatto, con generosa abnegazione, tanti medici, infermieri, personale impegnato nei diversi ruoli della sanità, farmacisti. Lungi dal sottrarsi al proprio compito, hanno contrastato l'epidemia con coraggio, sovente ponendo a rischio la propria salute. Molti sono rimasti vittime del loro senso del dovere. Non vi sono parole sufficienti per esprimere quanta gratitudine meritino da parte di tutti gli italiani». «In Italia - prosegue - per primi in Europa e in tutto il mondo occidentale, siamo stati investiti da un fenomeno di inimmaginabile velocità di diffusione, sconosciuto anche alla scienza, nei suoi caratteri, nelle sue modalità di trasmissione, nei suoi effetti sull'organismo. Chi si è trovato ad affrontarlo - nei diversi ruoli - ha dovuto procedere spesso per tentativi di fronte all'imprevedibilità del comportamento dell'epidemia, non esistendo né farmaci specifici, né consolidate valutazioni scientifiche, né indicazioni di esperienza, che consentissero previsioni adeguate, né strutture proporzionate alla dimensione del contagio».

Giornata commemorativa

Il Comune di Codogno ha deciso di stabilire che il 21 febbraio sia il giorno per ricordare le vittime del coronavirus, «ci auspichiamo diventi il giorno nazionale». Lo ha detto nel saluto al Capo dello Stato, Sergio Mattarella nel municipio di Codogno Il sindaco della città Francesco Passerini. Da una torretta su piazza XX settembre, di fronte all'ingresso del municipio è stata srotolata una lunghissima bandiera italiana. La piazza è stata transennata con nastro tricolore e chi vuole vedere il presidente si mischia ai giornalisti, alle forze dell'ordine e a chi semplicemente ha deciso di andare al mercato che si svolge nella zona accanto. (Il Messaggero) Leggi anche: «Il primo focolaio non era Codogno”. La storia del Virus in Italia deve essere ancora scritta. Seguici su Facebook 41esimoparallelo
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