Pascale capofila per il vaccino "italiano": "Vogliamo finire la sperimentazione entro il 2021" Dopo aver isolato, primo in Italia, la variante africana del Covid-19, l'Istituto Pascale di Napoli incassa un nuovo successo. Sarà, infatti, ente coordinatore per la sperimentazione del vaccino Takis, il cosiddetto vaccino italiano. La sperimentazione dovrebbe cominciare ad aprile, con la somministrazione del prodotto a volontari. Luigi Buonaguro, dirigente del Dipartimento di ricerca dell'Istituto, spiega quali sono gli obiettivi: "Entro due mesi speriamo di avere i risultati della fase 1. A quel punto, dipenderà anche dai fondi che riusciremo a trovare, perché il vaccino andrà somministrato a migliaia di pazienti. Se tutto va per il verso giusto, la speranza è che entro la fine del 2021 si possa chiedere l'autorizzazione all'Aifa". Oltre al Pascale, la sperimentazione coinvolge anche lo Spallanzani di Roma e l'Università Bicocca di Milano. "Viste le difficoltà di approvvigionamento - prosegue Buonaguro - sarebbe importante avere un vaccino di casa nostra. Se guardiamo a Pfizer, Moderna e AstraZeneca, osserviamo che i paesi in cui si produce sono stati avvantaggiati nella distribuzione". (Napolitoday) Pericolo nuova variante. Aumentano ancora il numero di positivi e quello dei ricoveri in diverse zone d'Italia. Quelli che si registrano sul fronte contagi sono praticamente già da terza ondata. Ad incidere in maniera forte sull’incremento dei casi di positività è la variante inglese, che prende quasi per il 50% tra i nuovi infetti. I ceppi mutati fanno aumentare i nuovi contagi in Piemonte, Lombardia, Veneto e Campania. Il ministro della salute Roberto Speranza non nasconde la preoccupazione, parlando di dati epidemici ancora molto pressanti. Il picco di questa nuova ondata potrebbe verificarsi dopo il 15 marzo.

Spaventato anche Massimo Galli, sulla nuova variante: infetta anche a oltre 1,5 metri di distanza.

La mutante diventerà prevalente in Italia? Sì’, se non lo è già Milano. “Un 37 o 40% in più di capacità di trasmissione”, dato indicato dall’Istituto superiore della sanità per la variante inglese di Sars-CoV-2, “vuol dire che” il virus “va anche più lontano del solito metro e mezzo” raccomandato come distanza minima da mantenere fra una persona e l’altra per evitare il contagio. Lo sottolinea Massimo Galli, infettivologo dell’ospedale Sacco e dell’università degli Studi di Milano, intervenuto ad Agorà su Rai3. “Sono ipotesi che hanno una loro logica e che ci spaventano in modo particolare”. “Soprattutto perché la variante Inglese è destinata a diventare presto prevalente in Italia “se non lo è già. Galli precisa: “Come mi era già capitato di dire qualche giorno fa, essendo abbastanza curiosamente smentito anche sulla realtà materiale che invece si è confermata nei giorni immediatamente successivi”. “Certi comportamenti sono sciagurati, non voglio usare altri termini già questi sono pesanti”. Così Massimo Galli, primario infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano, ad Agorà su Rai3, commentando gli assembramenti in alcune città del fine settimana Leggi anche: Parte la sperimentazione del vaccino italiano: c’è anche il Pascale di Napoli Metti like alla pagina 41esimoparallelo e iscriviti al gruppo 41esimoparallelo
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