"Chiedo scusa della mia disumanità". Nella giornata dell'apertura del processo per l'omicidio di Giulia Tramontano, perpetrato da Alessandro Impagnatiello, ex barman trentenne, il caos ha travolto la prima Corte di Assise di Milano. Poco prima dell'inizio dell'udienza, giornalisti e curiosi sono stati fatti uscire, e l'aula si è dimostrata insufficiente a gestire l'afflusso di persone interessate al caso.

A seguito dell'intervento del presidente del tribunale, Fabio Roia, la Corte ha preso la decisione di trasferire l'udienza nella maxiaula della prima Corte d'Assise d'Appello per garantire un ambiente più adeguato e organizzato. Le richieste di costituzione di parte civile da parte dei familiari, del Comune di Senago, dell'associazione Penelope e dell'associazione campana Polis sono al vaglio dei giudici in camera di consiglio.

Alessandro Impagnatiello, detenuto a San Vittore, è giunto all'udienza accompagnato dagli agenti della polizia penitenziaria. L'imputato, con sguardo basso, testa china, barba e baffi, ha indossato un giaccone scuro, jeans e scarpe da ginnastica. Per un breve momento, ha mostrato segni di commozione, versando lacrime mentre era seduto nella gabbia dell'aula.

Il processo iniziato con le dichiarazioni spontanee di Impagnatiello

Ha ammesso la responsabilità per l'omicidio di Giulia Tramontano, esprimendo profondo rammarico. Tuttavia, le riprese audio e video sono state vietate dalla Corte, nonostante l'interesse pubblico del procedimento.

La famiglia di Giulia Tramontano

Presente in aula, auspica una condanna all'ergastolo per Impagnatiello, mentre il procedimento continua ad attirare l'attenzione mediatica.

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