La Cassazione ha emesso una pronuncia significativa riguardo al saluto romano, sostenendo la necessità di appellarsi all'articolo 5 della legge Scelba sull'apologia del fascismo

La Cassazione ha preso una posizione decisa, stabilendo che per il saluto romano è necessario ricorrere l'articolo 5 della legge Scelba sull'apologia del fascismo. La sentenza è stata emessa in relazione a otto militanti di estrema destra che avevano compiuto il saluto durante una commemorazione a Milano nel 2016. La Cassazione ha anche indicato la possibile violazione della legge Mancino, sotto certe condizioni.

La pronuncia della Cassazione solleva importanti questioni legali riguardo all'applicazione dell'articolo 5 della legge Scelba. Gli otto militanti, precedentemente assolti e successivamente condannati in secondo grado nel 2020, dovranno affrontare nuovamente il processo di appello. La decisione della Cassazione suggerisce una stretta interpretazione delle leggi anti-fasciste, portando ad una rivalutazione delle accuse.

La sentenza riguarda il caso di otto persone che avevano compiuto il saluto romano durante un corteo commemorativo di estrema destra a Milano nel 2016, celebrando la memoria del membro del Fronte della Gioventù Sergio Ramelli, ucciso nel 1975. La Cassazione ha annullato la condanna precedente, ordinando un nuovo processo di appello e sollevando interrogativi sulla legittimità delle accuse.

Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha commentato che la decisione della Cassazione "si commenta da sola", indicando che attendeva con interesse l'esito della pronuncia per ottenere chiarezza sulla questione. Nel frattempo, Casapound ha annunciato che continuerà a compiere il saluto romano e a organizzare commemorazioni, sottolineando la loro determinazione nonostante le decisioni giuridiche.

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