Chiara Ferragni è oggetto di un'indagine per truffa aggravata, non solo in relazione al pandoro Balocco, ma anche per la vendita della bambola Trudi e delle uova di Pasqua della Dolci Preziosi.

La Procura di Milano ritiene che queste operazioni non siano episodi isolati, ma facciano parte di un "medesimo disegno criminoso", secondo quanto riportato dal Corriere. Si suggerisce l'esistenza di un presunto "sistema Ferragni" che coinvolge operazioni benefiche per stimolare la vendita dei prodotti.

L'inchiesta su Chiara Ferragni

A ipotizzare il reato è il procuratore aggiunto di Milano Eugenio Fusco, responsabile dell'inchiesta su Chiara Ferragni. Fusco ha sviluppato un ragionamento giuridico sulla "continuazione" che potrebbe estendersi a tutte le attività legate alla beneficenza svolte da Ferragni. Il procuratore aggiunto ha delegato le indagini al Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza.

La Procura di Milano

Ha inizialmente aperto il fascicolo per frode in commercio, ma successivamente ha chiesto alla Suprema Corte di chiarire a chi spetti occuparsi del caso del pandoro rosa. In seguito, l'ufficio requirente piemontese ha aperto un fascicolo gemello su Chiara Ferragni e Alessandra Balocco, amministratrice delegata della casa dolciaria.

Il documento trasmesso a Roma ha rivelato che sono stati indicati anche gli altri due casi su cui si sono concentrati i pm milanesi: quello delle uova di cioccolato e quello della bambola prodotta in collaborazione con Trudi. Gli inquirenti ritengono che i tre episodi siano legati da un "vincolo di continuazione".

I magistrati di Cuneo sostengono che la competenza territoriale debba essere determinata dal luogo in cui si è realizzato l'eventuale ingiusto profitto, requisito necessario per qualificare la truffa. Tuttavia, i pm milanesi ritengono che la competenza territoriale milanese sia dirimente, specialmente per il caso della bambola, considerato il più antico in ordine di tempo.

I legali di Chiara Ferragni, Marcello Bana e Giuseppe Iannaccone, hanno dichiarato che, una volta individuato chi dovrà procedere, chiariranno al magistrato ogni aspetto delle tre vicende, sottolineando la totale certezza dell'innocenza di Chiara Ferragni.

Giorgia Meloni: nessuna volontà dii contro

Giorgia Meloni ha dichiarato di "non essere pentita" per le sue precedenti dichiarazioni sulla vicenda del pandoro, affermando che non c'era alcuna volontà di scontro con Chiara Ferragni.

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