L'autopsia sul corpo di Giovanna Pedretti, la ristoratrice di Sant'Angelo Lodigiano trovata morta nel fiume Lambro, ha rivelato che la causa della morte è compatibile con l'annegamento. Le ferite da arma da taglio, presenti su polsi, braccio, gamba e collo, sono considerate superficiali

L'autopsia eseguita sul corpo di Giovanna Pedretti, la ristoratrice di Sant'Angelo Lodigiano trovata senza vita nel fiume Lambro, ha fornito ulteriori dettagli sulla tragica vicenda. Il dottor Giacomo Belli del Dipartimento di Medicina Legale di Pavia ha confermato che la causa della morte è compatibile con l'annegamento, mentre le ferite da arma da taglio riscontrate su polsi, braccio, gamba e collo sono considerate superficiali.

Il caso di Giovanna Pedretti è stato al centro dell'attenzione mediatica a seguito della recensione omofoba ricevuta dalla ristoratrice e della sua successiva morte. Durante il colloquio con i carabinieri, che ha avuto luogo poco prima della tragedia, la vittima ha confermato il contenuto della recensione. Non è stata però in grado di fornire ulteriori dettagli sull'identità del cliente.

I carabinieri di Lodi, che stanno indagando sulla morte di Pedretti per istigazione al suicidio. Hanno chiarito che il colloquio con la donna è durato "pochi minuti" e che la stessa era stata precedentemente sentita come "potenziale vittima". La presunta istigazione all'odio per la recensione omofoba è stata ipotizzata dai carabinieri, che hanno informato direttamente il procuratore della Repubblica dopo la morte della ristoratrice.

La vicenda continua a sollevare interrogativi sulla gestione delle dinamiche legate all'omofobia e all'emergenza 118. L'indagine in corso cercherà di fare luce su tutti gli aspetti della tragica vicenda.

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