Ilaria Salis
Ilaria Salis

Il processo contro Ilaria Salis, l'attivista italiana di 39 anni accusata di aver aggredito dei militanti di estrema destra durante una manifestazione a Budapest, ha subito un'ulteriore svolta con il recente aggiornamento al 6 settembre. Arrestata nel febbraio 2023, Salis è attualmente ai domiciliari. Per la prima volta, è apparsa in aula senza manette e catene alle caviglie. Due testimoni presenti in tribunale non sono stati in grado di riconoscere nessuno dei partecipanti all'aggressione avvenuta il 10 febbraio 2023.

Le proteste del padre

Roberto Salis, il padre di Ilaria, ha espresso forti critiche verso il processo, denunciando la rivelazione dell'indirizzo di domicilio della figlia da parte del giudice. "Non mi pare sia un processo giusto," ha dichiarato durante una pausa del processo. Roberto ha inoltre evidenziato come la protezione della vittima ungherese sia stata prioritaria rispetto alla tutela della privacy di Ilaria. Egli ha chiesto che il governo italiano intervenga immediatamente, auspicando un trasferimento di Ilaria in Italia o almeno all'ambasciata italiana a Budapest.

L’intervento delle autorità italiane

In seguito alla divulgazione dell'indirizzo di Ilaria Salis da parte del giudice, l'ambasciatore italiano a Budapest, Manuel Jacoangeli, ha rilasciato una dichiarazione confermando l'invio di una nota ufficiale alle autorità ungheresi. La nota esprime preoccupazione per la sicurezza di Ilaria e richiede l'adozione di misure necessarie per proteggerla. Anche Eugenio Losco, uno dei legali italiani di Ilaria, ha lanciato l'allarme: "Mi dicono che sui social gira già l'indirizzo di Ilaria, è una gravissima violazione della privacy alla quale ora bisogna porre rimedio."

Le dichiarazioni del testimone Zoltan Toth

Zoltan Toth, uno dei testimoni chiave e parte lesa nel processo, non ha riconosciuto Ilaria Salis tra i suoi aggressori. Durante la testimonianza, Toth ha raccontato di essere stato aggredito da persone con il volto coperto all'uscita di un ufficio postale. Ha descritto l'aggressione come improvvisa e violenta, ma ha sottolineato di non essere in grado di identificare gli aggressori. Toth, che fa parte di un'associazione che protegge i valori ungheresi, ha richiesto un risarcimento di 10 milioni di fiorini ungheresi (circa 26mila euro) per i danni subiti.

La risposta della difesa

Il legale ungherese di Ilaria Salis, Gyorgy Magyar, ha definito "un enorme successo" il passaggio dalla detenzione carceraria ai domiciliari. Questo risultato è stato ottenuto anche grazie ai buoni rapporti tra Italia e Ungheria. Tuttavia, Magyar prevede che il processo non si concluderà prima dell'estate del 2025, con la prossima udienza fissata per settembre.

Il ritorno a casa e le parole di Ilaria

Dopo 15 mesi di detenzione in condizioni molto difficili, Ilaria Salis è stata trasferita ai domiciliari in un appartamento a Budapest. Il padre, Roberto Salis, ha descritto il momento del trasferimento come "vederla nascere una seconda volta". Ilaria ha espresso gratitudine verso tutti coloro che l'hanno supportata durante questo periodo. Nonostante la gioia di poter riabbracciare i suoi genitori, la situazione per Ilaria rimane complessa, con la prospettiva di una pena che potrebbe arrivare fino a 24 anni di reclusione.

Conclusioni

Il caso di Ilaria Salis continua a suscitare forti reazioni e a evidenziare gravi problematiche legate alla giustizia e ai diritti umani. La rivelazione del suo indirizzo di domicilio da parte del giudice rappresenta un'inaccettabile violazione della privacy e della sicurezza dell'attivista italiana. La comunità internazionale e le autorità italiane monitorano da vicino il processo, cercando di garantire che vengano rispettati i diritti fondamentali di Ilaria. La strada verso la giustizia sembra ancora lunga e incerta, ma la determinazione e il sostegno della famiglia e dei legali restano incrollabili.

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