Troppe polmoniti già a dicembre dello scorso anno per non destare i sospetti di radiologi e pneumologi. Il sospetto è sempre stato forte ma ora c'è la conferma,  un ulteriore tassello che si aggiunge all'indagine dell'Istituto Superiore di Sanità sulla presenza di tracce di covid nelle acque reflue a Torino. Nel trimestre dicembre-febbraio 2019-2020,  soltanto alla radiologia universitaria della Città della Salute è stato registrato un numero di polmoniti "simil-covid" quattro volte superiore a quello dello stesso periodo dell'anno precedente. Lo studio è stato pubblicato quindici gioni fa su Radiology ed è in attesa di validazione. E' stato realizzato dall'équipe di Paolo Fonio, direttore della radiologia universitaria della Città della Salute, una indagine comparativa eseguita mettendo a confronto gli esiti delle Tac al torace negli ultimi due anni. "In tre mesi, su circa 6500 Tac del torace esaminate nel nostro reparto di radiologia universitaria fra dicembre 2019 e febbraio 2020 - spiega Fonio -  il numero di pazienti con un quadro caratteristico per polmonite da covid è stato quattro volte superiore allo stesso numero di Tc del torace esaminate retrospettivamente nello stesso periodo fra dicembre 2018 e febbraio 2019. Nel 2018 abbiamo diagnosticato 15 polmoniti con caratteristiche assolutamente compatibili con il covid. Negli stessi tre mesi  fra 2019 e 2020 ne abbiamo diagnosticate 60. Un numero che ritieniamo piuttosto significativo". Il dato emerso con l'indagne dell'Iss sulle acque non stupisce il direttore della radiologia universitaria delle Molinette: "Non mi sorprende affatto. Un ulteriore elemento che aiuta a confermare un'impressione che tutti noi medici radiologi e pneumologi abbiamo avuto vedendo un aumento delle polmoniti che ci è parso piuttosto anomalo. E' certamente assai probabile che il virus circolasse già a dicembre dello scorso anno". Lo studio delle Molinette  non è ancora concluso. Non si può considerare ancora un articolo scientifico. Per il momento è una segnalazione di un dato certamente significativo che ha bisogno di essere dimostrato con ulteriori dati scientifici, ora possibile grazie  a un software di intelligenza artificiale finanziato dalla Compagnia di San Paolo. "Siamo in attesa di validazione, sta partendo una seconda fase. Stiamo richiamando tutti i pazienti che si erano sottoposti alla Tac e proponiamo che facciano l'esame sierologico. Un lavoro in sinergia con l'équipe di Roberta Siliquini del dipartimento di Igiene e Salute pubblica". Il risultato del sierologico aiuterà anche a capire quando potrebbe essere stato contratto il virus: "Se il paziente risulterà positivo al sierologico avremo una conferma e anche una indicazione sui tempi dell'infezione". Fonte: Repubblica Leggi anche Coronavirus a Roma: nuovi casi nella capitale. Cresce la paura: il focolaio è ancora attivo. Metti like alla pagina 41esimoparallelo e iscriviti al gruppo 41esimoparallelo

Tortoreto in lacrime per Renato Di Remigio: addio a un giovane papà
Coronavirus, bollettino 19 giugno: 251 nuovi casi e 47 vittime in 24 ore.