Tony Colombo e Tina Rispoli
Tony Colombo e Tina Rispoli

Tony Colombo, noto cantante neomelodico e marito della vedova del boss Gaetano Marino Tina Rispoli, dovrà rimanere in carcere in seguito al rigetto del ricorso presentato presso la Cassazione

La decisione è arrivata in seguito all'arresto dello scorso ottobre a Napoli, in cui è stato accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, insieme alla moglie Tina Rispoli

Tra i due vi è totale condivisione di intenti. Si tratta di soggetti che, pur non stabilmente appartenenti a una famiglia mafiosa, risultano inseriti nelle dinamiche criminali dei clan di Scampia-Secondigliano -  inoltre - sussiste une estrema pericolosità desunta dal perdurante e costante inserimento nei contesti illeciti

La Cassazione ha confermato che Colombo è coinvolto nelle dinamiche criminali del clan di Scampia e Secondigliano, come evidenziato dalle prove raccolte durante le indagini.

Coinvolgimento di Tony Colombo e Tina Rispoli

Le indagini condotte dalla Procura di Napoli hanno rivelato che Tony Colombo e la moglie Tina Rispoli avrebbero favorito gli affari del clan Di Lauro

Si ipotizza che la coppia abbia investito in attività illegali, tra cui una fabbrica di sigarette di contrabbando ad Acerra e la creazione di un marchio di abbigliamento in collaborazione con il boss Vincenzo Di Lauro. 

Le prove raccolte includono testimonianze di collaboratori di giustizia e intercettazioni che dimostrano il coinvolgimento dell'artista in queste attività illecite.

La Sentenza della Cassazione

Il collegio presieduto da Gerardo Sabeone ha motivato la decisione di mantenere la custodia cautelare, evidenziando il coinvolgimento diretto di Tony Colombo nelle attività criminali. 

La Cassazione ha sottolineato che il legame stretto tra Colombo e Rispoli, unitamente alla loro partecipazione alle dinamiche criminali del territorio, rappresenta una seria minaccia per l'ordine pubblico.

Nonostante le obiezioni della difesa, la Cassazione ha ritenuto che la detenzione di Tony Colombo sia necessaria per la tutela della sicurezza pubblica. 

Si ritiene che la sua permanenza in carcere sia fondamentale per prevenire ulteriori attività criminali e proteggere la comunità da potenziali rischi derivanti dal suo coinvolgimento con il clan di Scampia e Secondigliano.

 

 

 

 

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