Nella notte a Roma si è spento Paolo Graldi, giornalista di 81 anni, già direttore del Messaggero e del Mattino. Nato a Bologna il 27 maggio 1942, ha lasciato un segno indelebile nel panorama giornalistico italiano.

La sua carriera giornalistica ha visto Graldi impegnato in molteplici ruoli di rilievo. Dopo aver lavorato come inviato e caporedattore al Corriere della Sera, si è distinto al fianco di figure illustri come Sergio Zavoli ed Enzo Biagi, contribuendo ai loro programmi televisivi. Ha anche ricoperto la carica di consigliere d'amministrazione dell'Ansa.

Il suo trasferimento a Roma negli anni '70

Lo ha visto impiegato per sei anni come precario a Paese Sera, esperienza che egli considerava una vera e propria "nave scuola". Nel 1975, Piero Ottone lo ha chiamato al Corriere della Sera, dove ha lavorato per vent'anni, passando da cronista giudiziario a inviato speciale, fino a diventare capo della redazione romana.

Come vice direttore del Mattino di Napoli, è stato nominato direttore nel 1994 dalla Fondazione Banco di Napoli. Ha guidato il quotidiano fino al 2001, quando Franco Gaetano Caltagirone lo ha chiamato a dirigere Il Messaggero per tre anni, prima di nominarlo direttore editoriale.

Paolo Graldi, noto anche per le sue apparizioni in Tv

Oltre alla sua attività giornalistica scritta, Graldi è diventato noto anche per le sue apparizioni televisive. Ha collaborato con Enzo Biagi in molte trasmissioni Rai e ha condotto programmi come "Parole in gioco" su Rai Parlamento e "Effetto domino, tutto fa economia" su La7. Ha anche presieduto la Scuola Superiore di Giornalismo presso l'Università Internazionale Luiss di Roma.

La sua eredità comprende anche la sceneggiatura di film per la televisione, come "Il caso Lafarge" e "Il caso Stawinsky". La sua vasta carriera e la sua presenza poliedrica nel mondo dei media hanno contribuito a definire il giornalismo italiano contemporaneo.

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