Giulia uccisa dal pitbull, il mistero delle macchie di sangue: «Tyson era tranquillo»
Un caso che lascia molti interrogativi: genitori ancora sconvolti

La tragica morte della piccola Giulia, una bambina di soli nove mesi, ha sconvolto l'intera comunità. Il padre, Vincenzo Loffredo, sostiene che sia stata aggredita dal pitbull di famiglia, Tyson, mentre dormiva nel lettone con lui. Tuttavia, le indagini stanno facendo emergere diverse incongruenze nel racconto del giovane genitore, che ora è indagato per omicidio colposo, omessa custodia e vigilanza dell'animale.
Il papà indagato e i sospetti degli inquirenti
Vincenzo Loffredo è stato sottoposto a test tossicologici che hanno evidenziato tracce di hashish nel suo organismo, anche se l'esame dovrà essere confermato. Gli investigatori stanno cercando di accertare se fosse effettivamente presente in casa al momento della tragedia, analizzando le registrazioni delle telecamere di sorveglianza della zona Ice Snei, dove la famiglia viveva con la piccola Giulia e due cani: Tyson, un pitbull di 25 chili senza microchip, e una meticcia regolarmente registrata. Entrambi gli animali sono stati trasferiti in un canile a Frattaminore per ulteriori accertamenti.
Le versioni contrastanti del padre
Dopo il dramma, il padre ha fornito due versioni diverse dei fatti. In un primo momento, ha raccontato ai sanitari della clinica Villa dei Fiori di Acerra che la bambina era stata attaccata da un randagio. Successivamente, interrogato dalla polizia, ha dichiarato che l'aggressione era avvenuta per mano del suo stesso cane, Tyson, mentre lui dormiva accanto alla piccola. Questa contraddizione ha sollevato numerosi dubbi tra gli inquirenti, che stanno cercando di ricostruire con esattezza la dinamica della tragedia.
L'autopsia e le analisi in corso
L'autopsia sulla piccola Giulia ha rivelato la presenza di ferite lacero-contuse alla testa e contusioni al collo, elementi compatibili con un'aggressione. Tuttavia, un dettaglio cruciale ha fatto emergere nuovi interrogativi: non sarebbero state trovate tracce organiche della bambina sul corpo del cane, fatta eccezione per una piccola macchia di sangue sulla testa dell'animale. Anche le analisi delle feci dei due cani sono in corso per verificare eventuali tracce riconducibili alla bambina.
Tyson, un cane davvero aggressivo?
Secondo il racconto del padre, Tyson è sempre stato un cane tranquillo e non avrebbe mai mostrato segni di aggressività. Inoltre, non risulterebbe coinvolto in un episodio di aggressione a un altro cane avvenuto la scorsa estate, nonostante alcune testimonianze contrastanti da parte dei vicini di casa. La procura di Nola ha disposto ulteriori accertamenti per chiarire la reale pericolosità dell'animale e la sua eventuale responsabilità nella tragedia.
La ricostruzione della giornata della tragedia
Loffredo ha fornito una dettagliata ricostruzione degli eventi accaduti quel giorno. Secondo il suo racconto, alle 4 del mattino di sabato si sarebbe recato al bar dove lavora, rimanendo fino alle 15. La sera avrebbe poi badato alla figlia mentre la moglie si trovava al lavoro in una pizzeria. Intorno alle 22:30, si sarebbe addormentato, per poi svegliarsi di soprassalto verso mezzanotte. In quel momento si sarebbe accorto che la bambina non era più sul lettone: l'avrebbe trovata a terra, nel sangue, con Tyson nella stessa stanza ma non vicino al corpo della piccola.
Un mistero ancora da chiarire
La morte della piccola Giulia è avvolta da molte incognite e le indagini sono ancora in corso per far luce sulla dinamica dell'accaduto. Gli inquirenti stanno valutando ogni elemento, dai risultati dell'autopsia alle testimonianze, fino all'analisi dei filmati di sorveglianza. Solo attraverso un'accurata ricostruzione dei fatti sarà possibile stabilire la verità e fare giustizia per questa tragedia che ha sconvolto l'Italia intera.