Martina Scialdone
Martina Scialdone

Martina Scialdone, avvocata di 35 anni, è stata uccisa il 13 gennaio 2023 con un colpo di pistola sparato dal suo ex fidanzato Costantino Boinaiuti. L’omicidio è avvenuto all’interno di un ristorante nella zona dell’Appio Latino a Roma, durante una lite tra i due. La tragedia si è consumata davanti agli occhi di numerosi testimoni, tra cui il fratello di Martina, che ha assistito impotente alla scena.

La condanna all’ergastolo per Costantino Boinaiuti

La Corte d’Assise di Roma ha emesso la sentenza, condannando Boinaiuti all'ergastolo per il femminicidio. L’uomo è stato riconosciuto colpevole di omicidio volontario con le aggravanti della premeditazione, del legame affettivo e dei motivi futili e abietti. Inoltre, gli è stato contestato il reato di porto abusivo di arma. La sentenza arriva al termine di un lungo processo, in cui sono emerse ricostruzioni dettagliate del tragico evento, sostenute dalle testimonianze di amici e familiari della vittima.

La testimonianza del fratello di Martina

In aula, il fratello di Martina ha raccontato la sua versione dei fatti, descrivendo la scena dell'omicidio. Secondo quanto dichiarato, durante la discussione all’interno del ristorante, Martina aveva cercato rifugio nel bagno, ma la lite era continuata anche fuori dal locale, dove Costantino aveva esploso il colpo mortale. Il fratello ha dichiarato che Boinaiuti ha sparato alla giovane "all’altezza del petto", uccidendola sul colpo.

La reazione della famiglia e la ricerca di giustizia

Al termine della lettura della sentenza, la madre e il fratello di Martina Scialdone si sono abbracciati e hanno pianto. La famiglia ha dichiarato: "È andata come volevamo e speravamo. Timore c’è sempre sui verdetti, ma giustizia è stata fatta. Martina non tornerà, una vita è stata spezzata". Nonostante la condanna, il dolore per la perdita di Martina rimane insopportabile. "C’è la sofferenza di tante famiglie, anche quella dell’assassino. Non ci sono vincitori o vinti", hanno aggiunto.

Le testimonianze che hanno segnato il processo

Nel corso del processo, sono emerse diverse testimonianze che hanno messo in evidenza il comportamento minaccioso di Costantino nei confronti di Martina. Una delle amiche della vittima ha dichiarato di aver parlato con Martina poco prima della tragedia. La giovane le aveva raccontato di essere preoccupata per il comportamento aggressivo dell’ex fidanzato, che in passato si era già comportato come "un cane rabbioso" durante le liti.

Il pentimento di Costantino Boinaiuti

Nel corso del processo, Costantino Boinaiuti ha più volte chiesto perdono per il suo gesto. Durante una delle udienze, ha dichiarato di sentirsi come un "cadavere vivente" dal giorno dell’omicidio e ha espresso il suo rammarico per quanto accaduto. A un certo punto ha affermato: "Pregavo ogni giorno di continuare a vedere Martina, ma quel giorno siamo morti in due". Tuttavia, le sue scuse non sono bastate a cancellare il dolore per la vita spezzata di Martina.

Un femminicidio che segna ancora Roma

La morte di Martina Scialdone rappresenta una tragedia che colpisce non solo la sua famiglia, ma tutta la società. Questo femminicidio ha riacceso il dibattito sulla violenza di genere, e sull’importanza di combattere le radici di comportamenti violenti nelle relazioni. Nonostante la condanna di Boinaiuti, il dolore dei familiari rimarrà sempre un ricordo indelebile, mentre la giustizia è stata finalmente fatta per Martina.

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