rita de crescenzo e maria rosaria boccia

Rita De Crescenzo torna a far discutere. E lo fa con un video che è già virale e che apre a nuovi scenari, persino politici. Nel nuovo episodio del Pasta Podcast, condotto da Maria Rosaria Boccia, l’influencer napoletana affronta senza mezzi termini le accuse che spesso la colpiscono e lancia un messaggio provocatorio:

“Se stanno là loro, posso starci pure io”.

Seduta con la sua mentore, Rita legge una lunga lista di politici del Governo Meloni con condanne, imputazioni o indagini in corso, scandendo i nomi con difficoltà ma senza tirarsi indietro. E alla fine lo dice chiaramente: vuole candidarsi.

La lista dei “condannati” letta da Rita

Tra difficoltà di lettura e un tono sarcastico, la De Crescenzo snocciola nomi e accuse:

Andrea Delmastro, sottosegretario alla Giustizia: condannato, “non si è dimesso”.

Daniela Santanché, ministro del Turismo: “sarà processata per falso in bilancio, accusata anche di bancarotta e truffa”.

Augusta Montaruli, deputata FdI: “condannata per peculato, avrebbe usato 20mila euro per cene e vestiti”.

Carlo Fidanza, eurodeputato FdI: “ha patteggiato per corruzione”.

Emanuele Pozzolo, deputato FdI: “imputato per porto illegale di armi”.

Antonio Tajani, ministro degli Esteri: “contro il reddito di cittadinanza, ma a favore dei finanziamenti ai partiti”.

Guido Crosetto, ministro della Difesa: “ha dichiarato di essere laureato, ma non lo è”.

Matteo Piantedosi, ministro degli Interni: “indagato”.

Raffaele Fitto, europarlamentare: “condannato in primo grado per finanziamento illecito ai partiti”.

Un elenco che serve a rafforzare la sua tesi: se queste persone occupano ruoli di potere, nessuno può negare che anche lei abbia diritto di provarci.

Boccia: “Dobbiamo solo studiare”. Rita: “Un giorno forse arriverò in Parlamento”

A chiudere il siparietto, l’intervento di Maria Rosaria Boccia:

“Abbiamo capito che tu ti puoi candidare, dobbiamo solo studiare”.

Rita annuisce, ringrazia e rilancia:

“Per tanti sono ‘la malamente’ solo perché non so parlare italiano. Voglio fare scuola e andare avanti in questo percorso. Grazie a te Rosaria, un giorno forse arriverò in Parlamento”.

La narrazione dell’underdog: “Non so parlare bene l’italiano”

Con una retorica che richiama quella dei “non rappresentati”, Rita punta sul suo vissuto, sulla sua emarginazione e sulla narrazione del riscatto sociale.

“L’unica differenza è che non so parlare bene l’italiano”, dice, come a voler dire che la politica non è più una questione di competenze, ma di visibilità e narrazione.

Il messaggio è chiaro, controverso e potente: la politica è ormai così permeabile che anche chi è stato escluso, giudicato, deriso, può ambire a entrarci.

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