Mohammad Abedini Najafabadi
Mohammad Abedini Najafabadi

Mohammad Abedini Najafabadi, l'ingegnere iraniano arrestato lo scorso 16 dicembre all’aeroporto di Malpensa su richiesta degli Stati Uniti, è stato rilasciato questa mattina, domenica 12 gennaio, poco dopo le 9. A seguito della revoca della misura cautelare richiesta dal Ministro della Giustizia Carlo Nordio, Abedini è tornato libero ed è già rientrato in Iran.

La revoca dell'arresto

La decisione di liberare Abedini è stata presa dopo che il Ministro Nordio ha presentato la richiesta di revoca alla Corte d’Appello di Milano. Un collegio della quinta sezione si è riunito d’urgenza per esaminare il caso e ha disposto la scarcerazione immediata. Poche ore dopo, Abedini ha lasciato l’Italia, decollando per Teheran.

Le motivazioni del Ministro Nordio

Secondo quanto riportato, la decisione del ministro si basa sull’assenza di prove concrete a sostegno delle accuse mosse dagli Stati Uniti, che avevano richiesto l'estradizione per presunti legami con attività terroristiche. La richiesta si è focalizzata sul rispetto dei principi costituzionali italiani e sul valore fondamentale della libertà personale.

Le parole dell’avvocato

L’avvocato di Abedini, De Francesco, ha espresso grande soddisfazione per la decisione:

«Ora il mio cliente è persona libera e potrà riprendere a sorridere e sperare. Mi ha sempre ripetuto che aveva fiducia nella giustizia, e oggi questa fiducia ha trovato un riscontro effettivo».

In una nota, l’avvocato ha sottolineato come le motivazioni addotte dal Ministro Nordio siano pienamente in linea con quanto sostenuto dalla difesa sin dall’inizio:

«L’assenza di presupposti per l’estradizione e l’attenzione al rispetto dei diritti fondamentali sono state al centro di questa battaglia legale».

De Francesco ha anche ringraziato chi ha sostenuto il percorso legale, sottolineando il ruolo importante della solidarietà e delle preghiere ricevute durante il caso.

Un ritorno alla normalità

Il rientro in Iran segna per Abedini l’inizio di una nuova fase della sua vita. L’ingegnere, che aveva sempre professato la propria innocenza e confidato nella giustizia italiana, potrà ora tornare alla sua quotidianità, libero dalle accuse che avevano portato al suo arresto.

La vicenda solleva interrogativi sulla gestione delle richieste di estradizione e mette in evidenza l'importanza di un attento bilanciamento tra relazioni internazionali e tutela dei diritti fondamentali.

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