pasquale punzo
Esplosione Ercolano, convalidato il fermo del 38enne

Il 18 novembre 2023, un’esplosione devastante ha rase al suolo un appartamento di via Patacca 94, ad Ercolano, dove era in corso la produzione illegale di fuochi d’artificio. La deflagrazione ha avuto conseguenze letali: a perdere la vita sono stati Sara e Aurora Esposito, due gemelle di 26 anni, e Samuel Tafciu, un ragazzo albanese di 18 anni. I tre erano impiegati nella fabbrica illegale di botti, un’attività che, secondo gli inquirenti, veniva gestita da Pasquale Punzo, ora accusato di omicidio volontario, fabbricazione di esplosivi e sfruttamento di manodopera.

Le vittime, tutte lavoratrici a nero, erano retribuite con stipendi molto bassi: Samuel guadagnava 250 euro a settimana, mentre le sorelle Esposito percepivano 150 euro ciascuna. La morte dei tre giovani è stata il tragico epilogo di una situazione di sfruttamento, dove, nonostante la pericolosità dell'attività, Punzo avrebbe fatto lavorare i ragazzi senza alcuna esperienza nella manipolazione degli esplosivi.

Pasquale Punzo: la difesa e le accuse

Il 27 novembre 2023, il Gip ha convalidato il fermo di Pasquale Punzo, confermando le accuse a suo carico. L’indagato si è avvalso della facoltà di non rispondere durante l'interrogatorio, ma ha rilasciato dichiarazioni spontanee al giudice, professandosi innocente. Secondo gli inquirenti, Punzo avrebbe gestito l’appartamento dove avveniva la produzione dei botti, accettando il rischio che i lavoratori, in gran parte inesperti, potessero subire gravi danni.

In particolare, si ipotizza che Punzo fosse a conoscenza dei rischi legati alla fabbricazione dei fuochi d'artificio, ma avrebbe continuato a sfruttare la manodopera, accettando che la situazione rimanesse sotto il radar delle autorità. Al momento, oltre a lui, è indagata anche l’ex compagna di Punzo, G.E., che risulta essere la madre della figlia di 13 anni e proprietaria dell’immobile in cui è avvenuta l'esplosione.

La polizia non è riuscita a intervenire in tempo: le parole del sindaco di Ercolano

Il sindaco di Ercolano, Ciro Bonajuto, ha parlato della tragedia subito dopo l'esplosione, sottolineando le difficoltà incontrate dalle autorità nel tentativo di effettuare controlli nell’immobile. «I controlli in questo stabile ci sono stati, ma il proprietario non fece entrare la polizia municipale», ha dichiarato Bonajuto. Secondo il sindaco, i vigili urbani avevano già programmato un’ispezione nell’appartamento per verificare la situazione urbanistica, ma il proprietario non ha permesso loro di entrare.

A detta di Bonajuto, se le autorità fossero riuscite a compiere il controllo, avrebbero potuto scoprire la produzione illegale di fuochi d'artificio e, probabilmente, la tragedia sarebbe stata evitata. Inoltre, era stato richiesto un decreto d'ispezione al tribunale, ma questo non è mai arrivato, rendendo l’incidente ancora più tragico. "Siamo di fronte a una fabbrica fantasma", ha aggiunto il sindaco, evidenziando come l’attività illegale fosse sfuggita ai controlli.

La responsabilità e le indagini future

La morte di Sara e Aurora Esposito e di Samuel Tafciu ha scosso profondamente la comunità di Ercolano e non solo. L’esplosione di una fabbrica di fuochi d'artificio illegale in un appartamento, con la partecipazione di lavoratori sfruttati e non qualificati, è l'ennesimo esempio di come la criminalità e l'illegalità possano sfociare in tragedie devastanti. Le indagini proseguono per accertare ulteriori responsabilità e per fare luce sulle circostanze che hanno portato alla tragedia.

Mentre Pasquale Punzo rimane in custodia cautelare, le autorità continuano a cercare di risolvere i tanti dubbi legati a questa esplosione, che ha messo in evidenza un sistema di sfruttamento del lavoro giovanile e di produzione illegale estremamente pericoloso. Le famiglie delle vittime attendono giustizia e sperano che questo tragico evento possa portare finalmente alla fine di una rete di illegalità che ha messo in pericolo tante vite innocenti.

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