Adele Zotti
Adele Zotti

Non è il come, ma il perché. È questo interrogativo a tormentare familiari, amici e chiunque abbia conosciuto Adele Zotti, giovane mediatrice interculturale di Benevento, scomparsa in circostanze che lasciano sgomento. Una ragazza che aveva fatto della sua vita una battaglia dolce ma tenace per un mondo più umano, e che oggi lascia un vuoto profondo, difficile da colmare.

Una vita tra cultura, poesia e impegno sociale

Laureata in Antropologia e attiva nel panorama culturale e politico locale, Adele era molto più di una studiosa: era un’anima sensibile e appassionata, capace di coniugare ideali e azione concreta. Scriveva poesie, raccolte in liriche che condivideva online, rivolgendosi a chi era disposto ad accogliere la bellezza, la fragilità e la forza racchiuse in versi densi di significato.

Era pronta a pubblicare un libro dedicato al modello Riace, frutto del suo impegno sul fronte dell’accoglienza e dell’integrazione. Un progetto che avrebbe rappresentato la sintesi del suo pensiero politico e della sua esperienza accanto agli immigrati.

Il ricordo di una luce nella comunità

Adele era una presenza attiva e preziosa nella società beneventana, punto di riferimento per chi lotta ogni giorno per i diritti, per l’inclusione e per una politica più giusta. In tanti oggi si stringono attorno alla famiglia, incapaci di trovare parole che possano lenire una ferita così profonda.

Chi l’ha conosciuta la ricorda come una ragazza generosa, intelligente e autentica, sempre pronta ad ascoltare e a costruire ponti tra culture diverse. In ogni gesto, in ogni parola, portava con sé la speranza di un mondo più empatico e meno egoista.

Oggi quel mondo sembra un po’ più lontano. Ma il seme che Adele ha piantato nel cuore di chi ha avuto la fortuna di incrociare il suo cammino continuerà a germogliare. Con dolcezza. Con coraggio. Con amore.

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