Papa Francesco, lo pneumologo: "Condizioni stabili non sono una buona notizia"
Gli esperti analizzano la situazione clinica: “Stabile, ma molto grave. La ripresa appare difficile”

Dopo oltre 20 giorni di ricovero al Policlinico Gemelli di Roma, Papa Francesco ha finalmente parlato al mondo con un messaggio audio rivolto ai fedeli. Nella registrazione, diffusa nelle scorse ore, il Pontefice ha ringraziato tutti per la vicinanza e le preghiere, ma l’affaticamento nel pronunciare ogni parola è evidente.
Il bollettino medico continua a descrivere una situazione stazionaria, con il Santo Padre che non peggiora ma nemmeno migliora. Nonostante l’assenza di nuove crisi respiratorie, la prognosi resta riservata e l’ossigenoterapia ad alti flussi continua a supportare i suoi polmoni affaticati.
L’analisi del professor Pistolesi: “Situazione stabile, ma molto grave”
Per comprendere meglio il reale stato di salute di Papa Francesco, Open ha intervistato il professor Massimo Pistolesi, pneumologo e docente di Malattie dell’Apparato Respiratorio presso l’Università di Firenze.
Secondo l’esperto, la voce del Pontefice nell’audio diffuso è tipica di chi soffre di un forte affanno e di una grave carenza di ossigeno.
"La sua voce mi ha impressionato molto. Se in una condizione di stabilità il Papa ha queste difficoltà a parlare, possiamo solo immaginare quanto gravi siano stati i momenti di crisi" ha dichiarato Pistolesi.
Problemi di deglutizione e rischio di infezioni
Un altro aspetto preoccupante riguarda i possibili problemi di deglutizione, che potrebbero aver portato il Papa a inalare frammenti di cibo nei polmoni, aumentando il rischio di bronchiti o polmoniti.
"Il fatto che i medici abbiano specificato che Francesco è tornato ad alimentarsi con cibo solido fa pensare che in alcuni momenti abbia avuto difficoltà nella deglutizione, con possibili inalazioni. Questo espone a infezioni e può aggravare il quadro clinico" ha spiegato il pneumologo.
Ossigenoterapia e cortisone: un equilibrio delicato
L’ossigenoterapia ad alti flussi è un trattamento avanzato, tipico di pazienti che necessitano di un supporto semi-intensivo.
"Non è un paziente da ricovero ordinario, il suo quadro clinico resta molto delicato. L’ossigenoterapia ad alti flussi può consentirgli di leggere e scrivere, ma con difficoltà. Se passa alla ventilazione con maschera, ogni altra attività diventa quasi impossibile”, ha spiegato l’esperto.
Un altro dettaglio rilevante è il forte cambiamento fisico del Papa, descritto come un volto più magro ma gonfio, un chiaro segno di terapia cortisonica prolungata.
"Il cortisone dà un sollievo immediato, ma nel lungo periodo può compromettere la respirazione autonoma e ridurre la forza muscolare. Il fatto che i medici abbiano optato per questa terapia indica che la situazione era già complessa prima del ricovero", ha aggiunto Pistolesi.
Il professor Pistolesi è chiaro su un punto: questa stabilità non potrà durare a lungo.
"Il supporto medico attuale gli consente di resistere, ma la situazione è destinata a evolversi. Non vedo segnali di ripresa, piuttosto un progressivo esaurimento delle capacità di recupero", ha spiegato l’esperto.
L'assenza di aggiornamenti dettagliati da parte dei medici, secondo lo specialista, è un segnale che la situazione potrebbe essere più complessa di quanto dichiarato ufficialmente.
Un futuro incerto per il Pontefice
Dopo le nuove crisi respiratorie e il ritorno all’ossigenoterapia ad alti flussi, il futuro di Papa Francesco appare incerto. L’età avanzata, le difficoltà respiratorie e le terapie aggressive rendono la sua ripresa difficile e fragile.
Mentre il mondo segue con apprensione le sue condizioni, il Vaticano resta cauto nelle comunicazioni ufficiali, lasciando molti interrogativi aperti su quanto il Papa potrà ancora sostenere il peso del suo ruolo.