vittorio feltri
Vittorio Feltri

Dal 1° gennaio a Milano entrerà in vigore il divieto di fumare all’aperto, una misura volta a tutelare la salute pubblica e ridurre l’inquinamento. Vittorio Feltri, noto per il suo spirito polemico e incallito fumatore, ha attaccato duramente la nuova normativa, definendola “ridicola”.

Feltri: «Il fumo fa male? Problemi di chi lo fa»

Intervistato dal Corriere della Sera, Feltri ha espresso il suo disappunto nei confronti del divieto, sottolineando che fumare è una scelta personale:

«Il fumo fa male? Ma chi l’ha detto? E poi, se fa male, sono problemi di chi lo fa. Anche la mortadella fa male, ma non la vietano. Facciamo una campagna contro la pizza che, a detta sua, “fa malissimo”.»

La sua posizione punta a mettere in discussione il principio alla base della norma, considerata eccessivamente paternalistica.

Un divieto che divide

Il divieto di fumo all’aperto a Milano è stato introdotto come parte di un più ampio regolamento ambientale, che mira a ridurre l'inquinamento e sensibilizzare i cittadini sulla salute pubblica. Tuttavia, per Feltri, si tratta di un esempio di proibizionismo esasperato, paragonabile a quello americano degli anni '20.

«Per strada io devo poter fare quello che voglio. Non capisco dove sta il problema. Se fumo mentre cammino o sono seduto su una panchina, non sto danneggiando nessuno. Questa misura è ridicola.»

Critiche alla gestione di Milano

Feltri non ha risparmiato critiche anche alla gestione della città da parte del sindaco Giuseppe Sala, definendo Milano una “città piena di divieti”. In particolare, ha attaccato le piste ciclabili e la mobilità sostenibile:

«Le piste ciclabili sono un’arretratezza micidiale. Sala ha ridotto corso Buenos Aires in un macello. Io ho 81 anni, che me ne frega di quello che succederà tra dieci...»

Un dibattito che accende gli animi

Le parole di Vittorio Feltri, come prevedibile, hanno suscitato reazioni contrastanti. Da una parte, chi condivide il suo punto di vista, ritenendo il divieto di fumare per strada un’esagerazione; dall’altra, chi appoggia la normativa, vedendola come un passo avanti per una città più vivibile e salubre.

Il dibattito è aperto, e Milano si prepara a diventare il teatro di una nuova sfida tra libertà individuale e tutela collettiva.

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