Riccardo Gaio ucciso a 17 anni dal padre durante una lite: «Ha cercato di proteggere la mamma»
Il ragazzo avrebbe cercato di difendere la madre: dietro l’omicidio-suicidio, una vendetta nata da tensioni irrisolte

Un gesto disperato, figlio di un’escalation di tensioni familiari mai risolte, ha spezzato la vita di Riccardo Gaio, 17 anni, ucciso a coltellate dal padre Vladislav, 49 anni, nel pomeriggio di martedì 22 aprile nella piccola frazione montana di Oltra, nel comune di Lamon, in provincia di Belluno.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, la tragedia si è consumata al culmine di un violento litigio scoppiato all’interno delle mura domestiche. Vladislav avrebbe inferto almeno cinque coltellate al petto del figlio prima di puntare l’arma da fuoco contro sé stesso e togliersi la vita.
Riccardo, un ragazzo che cercava di proteggere la madre
Le prime ricostruzioni indicano che Riccardo avrebbe tentato di difendere la madre Miriam durante l’ennesima discussione tra i due ex coniugi. Un gesto istintivo e coraggioso che gli è costato la vita.
Le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Belluno sono in corso per fare piena luce sulla dinamica. È stato disposto l’esame autoptico sui corpi di Riccardo e del padre, affidato al dottor Antonello Cirnelli. Intanto, il sindaco di Lamon, Loris Maccagnan, ha proclamato il lutto cittadino nel giorno dei funerali.
Una famiglia divisa e l’ombra della separazione
Dietro questo dramma si cela una realtà familiare complessa. Vladislav e Miriam erano separati da tempo, ma convivevano ancora nella stessa abitazione per motivi non del tutto chiariti, forse economici. L'uomo, in passato volto noto delle notti in discoteca e successivamente istruttore di arti marziali, era da tempo disoccupato.
La tensione tra i due era palpabile e, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, proprio il giorno dell’omicidio Miriam avrebbe sporto denuncia contro l’ex compagno, anche se le ragioni del gesto non sono state rese note.
Un ragazzo in cerca del suo spazio
Riccardo era un adolescente che, come tanti, cercava di costruirsi una strada. Aveva recentemente lasciato la scuola, una scelta apparentemente in contrasto con la volontà familiare, ma aveva trovato un lavoro, segnale di una volontà di autonomia. Viveva insieme alla madre, al padre, alla sorellina di 12 anni e alla nonna paterna in una casa dove la convivenza era tutt’altro che serena.
La tragedia ha colpito anche la sorellina, testimone indiretta dell’accaduto, e l’intera comunità di Oltra, un villaggio montano con appena una trentina di abitanti, dove tutti si conoscono e il dolore collettivo è tangibile.
Una comunità sgomenta
Le urla, i colpi di pistola, l’arrivo dei carabinieri e poi la scoperta dei corpi senza vita: tutto si è consumato in pochi istanti, ma le conseguenze resteranno a lungo nella memoria degli abitanti. L’omicidio-suicidio ha scosso profondamente l’intero territorio, lasciando attoniti anche gli amministratori locali e le forze dell’ordine.
Chi conosceva Riccardo lo descrive come un ragazzo solare, con tanta voglia di vivere e una passione per lo sport. Era benvoluto da amici e vicini, e la notizia della sua morte ha generato una profonda commozione anche tra i compagni di scuola che aveva lasciato da poco.
Il peso del silenzio e delle tensioni familiari
Il caso di Riccardo Gaio è l’ennesima tragedia che accende i riflettori su quanto possano essere pericolose le situazioni familiari irrisolte. Le convivenze forzate, i rancori mai sopiti, l’assenza di un sostegno psicologico o sociale possono degenerare in atti irreparabili.
Dietro il gesto estremo di Vladislav potrebbe esserci stato un cocktail esplosivo di disagio personale, gelosia e rifiuto della separazione, con un epilogo terribile che ha coinvolto anche chi non doveva essere coinvolto.
Un appello alla prevenzione e all’ascolto
Mentre si attende di conoscere la data dei funerali, cresce l’urgenza di promuovere un cambiamento culturale e istituzionale nella gestione delle crisi familiari. Serve più prevenzione, più ascolto e più supporto per evitare che situazioni di disagio si trasformino in tragedie.
Riccardo Gaio non potrà più inseguire i suoi sogni, ma la sua storia deve servire da monito: perché nessun altro ragazzo debba morire nel tentativo di proteggere chi ama.